Netflix ha fatto causa in Italia da parte di un gruppo cast locale per rifiuti

aggiornare: L'aggregatore italiano Artisti 7607, che rappresenta migliaia di talenti locali della recitazione e del doppiaggio, ha annunciato che sta intentando una causa contro Netflix presso un tribunale di Roma “per ottenere un compenso adeguato e proporzionato ai sensi della legge per gli artisti a cui ha commissionato”.

Netflix contesta che stia facendo qualcosa di sbagliato.

Artisti 7607, fondata come cooperativa più di dieci anni fa da un gruppo di importanti attori italiani tra cui Elio Germano – che nel 2015 ha vinto il massimo dei voti a Cannes per Le nostre vite di Daniele Luchetti – è in lavorazione da molto tempo battaglia con Netflix sui diritti rimanenti.

“Dopo più di otto anni di trattative infruttuose per ottenere i dati necessari per determinare il compenso degli artisti tenendo conto della legislazione europea e nazionale, Artisti 7607 è stato costretto a ricorrere ad un tribunale ordinario per richiedere il rispetto della legge”, ha detto l'aggregatore indipendente in una dichiarazione.

Artisti 7607 ha citato in giudizio Netflix in tribunale dopo aver intrapreso un'azione simile con l'autorità italiana di vigilanza sui media AGCOM, che nel settembre 2023 ha archiviato il caso in bundle della società – riconoscendo che Netflix era obbligato a fornire loro i dati degli spettatori – e ha esortato entrambe le parti a negoziare un accordo.

“Crediamo nella giusta remunerazione degli artisti”, ha commentato Netflix in un comunicato, sottolineando che hanno un accordo con Nuovo Imaie, la più grande associazione italiana di collezionismo che rappresenta gli attori. “Abbiamo cercato da tempo di raggiungere un accordo con Artisti 7607 e abbiamo fornito loro tutte le informazioni richieste dalla legge, come riconosciuto dall'AGCOM nella sua decisione dello scorso anno”, ha aggiunto il colosso dello streaming.

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“Artisti 7607 ha rifiutato più volte la nostra offerta di pagamento e, anche se rimaniamo fiduciosi che venga accettata, stiamo ora aspettando la decisione del tribunale”, ha continuato Netflix.

“Così tanto [streaming] Le piattaforme che elaborano e sfruttano i dati si rifiutano – a causa del loro eccessivo potere economico e contrattuale – di fornirci i dati richiesti dalla legge e quindi non pagano gli artisti il ​​loro compenso, ha affermato Germano in una dichiarazione rilasciata martedì da Artisti 7607.

Un altro famoso attore cinematografico e televisivo italiano, Neri Marcori, ha notato che Artisti 7607 sta intraprendendo un'azione legale contro il colosso americano dello streaming per gli stessi motivi che hanno portato al recente sciopero di attori e scrittori a Hollywood. Ha detto: “Chiediamo tutti la trasparenza dei dati relativi allo sfruttamento delle opere audiovisive e l’adeguatezza del compenso”.

La dichiarazione di Artisti 7607 rileva inoltre che la Direttiva UE sul diritto d’autore, approvata nel 2019, “ha chiarito che la remunerazione degli artisti deve essere ‘adeguata e proporzionata’ ai ricavi”. Ma secondo gli esperti locali, la questione spinosa è più complessa e resta chiaramente irrisolta in Italia, rendendo questo caso un potenziale punto di riferimento a livello locale.

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