Gli studenti rifugiati arrivano in Italia attraverso il corridoio universitario – inglese

(ANSA) – Roma, 13 ott – È atterrato venerdì all’aeroporto di Roma Fiumicino il primo gruppo di studenti rifugiati residenti in sei Paesi africani nell’ambito del programma Corridoi Universitari per i Rifugiati – UNICOR per iniziare un master biennale in Italia.


Un totale di 51 studenti – 11 donne e 40 uomini – che vivono in Kenya, Nigeria, Sud Africa, Uganda, Zambia e Zimbabwe verranno in Italia quest’anno per studiare in 32 università italiane nell’ambito di un programma coordinato dall’UNHCR. Le sovvenzioni vengono assegnate in base al merito e alla motivazione.


Dal suo avvio nel 2019, UNICOR ha finora coinvolto un totale di 41 università che hanno assegnato più di 200 borse di studio a studenti rifugiati che vivono in paesi terzi nell’arco di cinque anni.


Il progetto prevede la collaborazione dei Ministeri degli Interni e degli Affari Esteri italiani, nonché di diversi partner della società civile e organizzazioni locali che forniscono supporto agli studenti nella loro integrazione e inclusione accademica e sociale.


“L’arrivo oggi di questi studenti rifugiati, che hanno l’opportunità di viaggiare in sicurezza e dignità, è una manifestazione concreta dell’alternativa ai viaggi pericolosi per mano dei trafficanti”, ha affermato Chiara, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, Santa Sede e San Marino. Cardoletti.


“Lo sviluppo del progetto UNICOR, reso possibile dal solido sostegno delle università italiane, dimostra che l’ampliamento dei percorsi sicuri e regolari è possibile e deve essere una priorità”, ha aggiunto.


Circa il 76% della popolazione rifugiata mondiale vive in paesi in via di sviluppo, dove spesso mancano le opportunità per ricostruire il proprio futuro con dignità.


A livello globale, solo il 6% dei rifugiati riceve un’istruzione superiore rispetto al 38% della popolazione non rifugiata.


Attraverso il programma UNICORE, l’UNHCR mira a garantire che i rifugiati abbiano un reale accesso all’istruzione e all’occupazione in base alle loro capacità, aspirazioni e talenti senza dover compiere viaggi pericolosi via mare o via terra. (ANSA).

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