Attraverso gli archivi: il sogno di Mussolini di espandere l’impero coloniale italiano

Ufficiale nazista Rudolf Hess (1894 - 1987, a destra) in un'auto con il leader italiano Benito Mussolini, 1938. (Foto di Keystone / Halton Archive / Getty Images)
Ufficiale nazista Rudolf Hess (1894 – 1987, a destra) in un’auto con il leader italiano Benito Mussolini, 1938. (Foto di Keystone / Halton Archive / Getty Images)

“L’Alto Comando tedesco sta ora realizzando che l’invasione del Regno Unito deve rivelarsi un’istituzione molto costosa e dubbia, e incoraggia Mussolini a svolgere la sua gloriosa missione – la notizia dell”espulsione della marina britannica dal Mediterraneo’ e la vasta espansione dei confini d’Italia negli anni ’40.” La lettera ha commentato.

L’editoriale della newsletter continuava: “La Coalizione Roma-Berlino ritiene necessario riportare le vittorie quotidiane per mantenere il morale dei popoli dei due Paesi, anche a costo di infliggere colpi mortali. In Gran Bretagna, il Regno Unito sta intensificando gli attacchi contro navi e città e paesi, oltre a condurre una grande guerra nell’Africa nordorientale.

“Mussolini sogna da tempo di trasformare il Mediterraneo in un lago italiano, Gibilterra, la porta di questo Paese, la regione del Canale di Suez, d’altra parte, e l’istituzione di un impero che colleghi Africa, Sudan e Gran Bretagna in Africa, Somaliland e Kenia”.

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L’editoriale aggiungeva: “Alcuni funzionari ecclesiastici di Roma gli consigliano di aggiungere la Terra Santa”.

Continuava un editoriale sulle ambizioni mediterranee di Mussolini: “Scelse con cura il momento per entrare in guerra perché era quasi sollevato dalla sua preoccupazione per la sicurezza del confine occidentale della Libia dalla caduta della Francia”.

La newsletter avvertiva il dossier italiano che le sue forze si sarebbero affrontate se l’Egitto avesse invaso con un “deserto senz’acqua”. Soprattutto, la Gran Bretagna era determinata a sostenere i loro alleati egiziani.

“In Egitto si deve fare una svolta attraverso il deserto senz’acqua, che si estende per centinaia di miglia, e deve essere attaccato da invasori, armi, grandi quantità di acqua e terra, mare e aria.

“L’esercito egiziano è una forza ben organizzata e ben combattuta in grado di fornire un eccellente supporto alle truppe britanniche che sanno come utilizzare il territorio al meglio”.

Mentre “British Somaliland” può sembrare promettente, le difficoltà attendono le forze italiane.

“Le operazioni italiane nel Somaliland britannico possono inizialmente sembrare promettenti, ma alla fine dovranno affrontare grandi difficoltà.

“La colonia non era tenuta forte, ma il territorio era una forma di tattica di guerriglia, operazioni militari in cui primeggiavano le forze difensive.

“Qualsiasi vittoria degli italiani sarebbe, ovviamente, un duro colpo per il dominio britannico e incoraggerebbe gli abissini che si stavano preparando a insorgere contro gli occupanti del loro paese”.

L’editoriale della newsletter concludeva: “Questo è certo: finché la marina britannica controllerà il Mediterraneo e il Mar Rosso, le operazioni italiane nell’Africa nord-orientale devono essere infruttuose.

“Qualche mese fa i funzionari militari a Roma hanno descritto la Gran Bretagna come la ‘padrona degenerata’ di quei mari, ma da allora sono stati costretti a correggere le loro opinioni.

“In tutti i casi il sogno di Mussolini non si realizzerà mai contro un britannico, è determinato a combattere fino a raggiungere il teatro decisivo della vittoria e le potenze dell’Asse riconquisteranno tutti i territori che hanno conquistato”.

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