Il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano (MEF) ha pubblicato mercoledì il Piano economico e finanziario aggiornato per i prossimi anni (NADEF), prevedendo una forte crescita economica nominale e riducendo il debito pubblico al 146,1% del PIL entro il 2024 prima di raggiungere i livelli pre-crisi. (134,3%) entro il 2030.
Mentre la ripresa dell’economia italiana è stata impressionante nel 2021 – ad agosto, noi audit Con la previsione del 2021 che sale al 6,1%, le ipotesi del governo per la crescita e l’inflazione sembrano troppo alte nel 2022-24 per essere in qualche modo ottimistiche.
Le ipotesi rosee e la politica fiscale espansiva indicano che le prospettive del debito pubblico potrebbero essere ottimistiche
Ipotesi di crescita nominale rosa combinate con una politica fiscale sostanzialmente espansiva prevista fino a quando l’economia non si riprenderà completamente ai livelli di tendenza pre-crisi – che il governo ritiene non si verificherà fino al 2024 – significano le previsioni a più lungo termine del MEF in termini di riduzione del debito rispetto al PIL. dimostrare ottimismo.
Per il 2021, sulla base di una forte crescita economica nominale, abbiamo abbassato la nostra previsione per il disavanzo delle amministrazioni pubbliche all’8,5% del PIL da una precedente stima dell’11,7%, anche in linea con una previsione più costruttiva per sconto Dal rapporto debito pubblico al 153% quest’anno, dopo aver registrato il 155,6% nel 2020.
Osserviamo un calo del rapporto debito pubblico/PIL nel periodo 2021-22 sulla base della presunta crescita economica nominale elevata del 7,7% e del 5,2% durante la ripresa iniziale. Tuttavia, c’è il rischio che l’obiettivo ambizioso del ministero di raggiungere il debito pre-crisi entro il 2030 non venga raggiunto alla luce dell’incertezza su possibili modifiche alle regole di bilancio dell’UE dopo la crisi e l’aspettativa del governo che il disavanzo principale si ridurrà solo gradualmente. Nel tempo, rimanere al di sopra del 3% del PIL entro il 2024.
Posizione di bilancio prudente pur mantenendo una composizione della spesa favorevole alla crescita, chiave per la sostenibilità del debito
I rating di ambito proiettano un saldo primario di -1,8% del PIL in media nel periodo 2022-2026, con avanzi primari che rimangono dell’1,5% al di sotto della media nel periodo 2010-2019. A lungo termine, invece di fare affidamento solo sulla crescita, una politica di bilancio prudente che miri a tornare a avanzi primari modesti pur mantenendo una composizione della spesa favorevole alla crescita si dimostrerà fondamentale per garantire la sostenibilità del debito.
La sostenibilità del debito italiano dipenderà anche dall’impiego tempestivo ed efficace dei finanziamenti di prossima generazione dell’UE e dal rendimento finale della crescita. Supponendo una crescita economica relativamente forte, in media dell’1,8% nel periodo 2022-26 nello scenario economico di base, Scope prevede che il debito delle amministrazioni pubbliche sarà di circa il 153% alla fine del 2026, ancora superiore (già) al 134,6% del PIL prima della crisi (dal 2019 ).
Percorso strutturale ascendente del debito pubblico
L’aspettativa che il debito rimarrà ben al di sopra dei rapporti pre-crisi con ipotesi economiche fondamentali favorevoli che la ripresa non si fermerà fino al 2026 conferma la nostra opinione che il rapporto debito/PIL italiano rimarrà al rialzo. strutturale un sentiero. A meno che il debito non venga significativamente ridotto durante il prossimo periodo che vedrà condizioni favorevoli per la crescita economica, i rapporti del debito pubblico aumenteranno inevitabilmente nel lungo periodo, dati i forti aumenti del debito previsti nelle crisi future.
L’elevato debito rimane al di sotto del rating creditizio primario al livello di rating BBB+ che assegniamo all’Italia.
Lo scenario di inflazione persistente e ritiro improvviso del sostegno monetario rappresenta un rischio centrale
Le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito a lungo termine vengono oggi alleviate da condizioni di mercato accomodanti, supportate dal quadro politico della Banca centrale europea.
Gli acquisti di asset dalla Banca centrale europea e l’erogazione di un supporto eccezionale sono proseguiti anche dopo che la crisi del Covid-19 ha consolidato le condizioni di indebitamento nei paesi membri dell’UE con la più significativa propensione alle pressioni di mercato come l’Italia. Oltre il 25% del debito pubblico del governo italiano sarà trasferito al bilancio comune del sistema europeo entro la fine del 2021, dal 17% prima della crisi.
Tuttavia, lo scenario opposto di inflazione elevata e/o persistente nell’Eurozona rappresenta un punto debole, che potrebbe portare a un improvviso ritiro del sostegno monetario. Uno scenario del genere potrebbe sottoporre paesi altamente indebitati come l’Italia a un riprezzamento più significativo del rischio sovrano nei mercati dei capitali di debito, cristallizzando i rischi sottostanti associati al debito e ai deficit accumulati durante la pandemia.
Valutazioni dell’ambito audit BBB + Outlook a lungo termine italiano rating del credito A stabile, da negativo, il 20 agosto.
Per uno sguardo a tutti gli eventi economici di oggi, dai un’occhiata Calendario economico.
Giacomo Barrison è Amministratore Delegato di Sovereign and Public Sector Ratings presso Scope Ratings GmbH. Dennis Shin, direttore di Scope Ratings, ha scritto questa recensione.
Questo è incredibile Articolo – Merce Postato originariamente su FX Empire