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Salvatori immigrati che resistono all’oppressione italiana

Salvare vite umane è più difficile che mai, ma i soccorritori sono determinati a far sì che la repressione del governo italiano sulle navi di beneficenza non impedirà loro di aiutare i migranti in difficoltà ad attraversare il Mediterraneo.

Roma ha introdotto diverse regole per frenare le attività delle navi non governative (ONG) accusate di essere un ostacolo per i migranti, dalla limitazione del numero di soccorritori all’assegnazione di porti remoti.

“Tutti questi regolamenti, leggi, sono un altro tentativo di complicare e criminalizzare ulteriormente il lavoro svolto dalle ONG”, ha detto Salvador, 37 anni, argentino, sulla Ocean Viking.

La nave rossa e bianca, un tempo nave di rifornimento per una petroliera e ora gestita da SOS Mediterranean come nave di salvataggio, ha lasciato domenica il porto italiano di Siracusa, nel sud della Sicilia, per la sua ultima missione.

Da quando è salito al potere nel 2022, il primo ministro di estrema destra Georgia Meloni ha promesso di ridurre drasticamente il numero di persone che attraversano la costa del Nord Africa in barca.

Secondo la legge, adottata all’inizio del 2023, le navi umanitarie sono costrette a raggiungere il porto “senza indugio” dopo il loro primo salvataggio, anche se sanno che altri migranti sono in difficoltà.

Salvador ha detto all’AFP che sebbene la Ocean Viking possa trasportare “almeno 400 persone” alla volta, “puoi andare in soccorso, puoi portare con te 10 persone e poi devi viaggiare per quattro o cinque giorni per farle scendere. “

– ‘Frustrazione’ –

Negli ultimi mesi, la guardia costiera italiana ha assegnato porti più remoti alle navi, a volte in condizioni meteorologiche difficili, danneggiando la salute fisica e mentale dei migranti vulnerabili.

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Andare in porti lontani “aumenta la quantità di carburante e rifornimenti” necessari ai soccorritori, ha detto Salvador, il che “aumenta i costi operativi e porta le navi lontano da dove sono necessarie”.

Nel 2023, la Ocean Viking ha percorso altri 21.000 chilometri (13.000 miglia) e ha raggiunto 13 porti remoti, sbarcando invece in Sicilia. Si stima che costerà altri 500.000 euro (543.000 dollari) in carburante.

Era “frustrante” essere “sottoperformato”, ha detto Salvador, con i suoi lunghi capelli neri legati per ripararli dal vento.

I trasgressori rischiano multe fino a 10.000 euro e il sequestro delle loro navi per 20 giorni: una sentenza comminata a febbraio alla Ocean Viking.

I recidivi rischiano la confisca permanente delle loro navi.

I gruppi di beneficenza si trovano di fronte a una scelta difficile: obbedire alle autorità italiane affondando le barche dei migranti nonostante il rischio che le persone muoiano o che le loro navi vengano sequestrate per disobbedienza.

“In 20 giorni possiamo salvare 100, 200 o anche 400 persone”, afferma Daniel Auerbacher, responsabile delle operazioni di SOS Mediterranean.

Mentre la Ocean Viking passa da un salvataggio all’altro, “non è perché vogliamo disobbedire agli ordini, ma perché il diritto internazionale ha la precedenza. E ci impone di cambiare rotta, di andare verso una nave in pericolo”, ha detto. .

– ‘Appello Etico’ –

Gli enti di beneficenza sottolineano il fatto che svolgono un ruolo vitale nel prevenire gli annegamenti in caso di catastrofi.

“A volte è difficile per me credere che portare le persone fuori dall’acqua possa essere illegale o illegale”, ha detto il soccorritore spagnolo David.

Egli nega con veemenza le critiche secondo cui le navi di beneficenza fanno il gioco dei trafficanti di esseri umani.

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“Sicuramente non è contrabbando. Essere lontano da casa, passare del tempo in mare, scottarsi e avere il mal di mare… posso sedermi comodamente sul mio divano”, ha detto stancamente.

La ripresa sta diventando sempre più difficile.

Nell’ultimo giro di vite, questo mese l’autorità italiana per l’aviazione civile ha vietato gli aerei di sorveglianza utilizzati dagli enti di beneficenza per rintracciare le navi dei migranti dagli aeroporti siciliani.

L’Unione Europea ha recentemente adottato una riforma radicale che rafforza i controlli sull’immigrazione ai suoi confini.

Ma niente di tutto ciò impedisce a David di rispondere che salvare vite umane è “una chiamata etica”.

cmk/ide/nmc/bc

Marcello Jilani
Marcello Jilani
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