Peggiora la fiducia nell’Italia affrettato

I dati sulla fiducia di settembre evidenziano sempre più il debole clima economico dell’Italia, dal momento che i produttori, i fornitori di servizi e i rivenditori sono rimasti fiaccati, così come i costruttori.

I produttori segnalano problemi nel portafoglio ordini

La fiducia nel settore manifatturiero ha registrato il sesto calo mensile consecutivo, toccando il livello più basso da novembre 2020 a 96,4.

In questo caso, una diminuzione della componente degli ordini è accompagnata da un aumento delle scorte, che porta ad una diminuzione della componente delle aspettative di produzione. L’aspetto preoccupante è che questo calo è particolarmente rilevante per i produttori di beni di consumo e di investimento. Ciò suggerisce che il calo della domanda sta pesando sui principali paesi di destinazione delle esportazioni come la Germania, ma i consumi interni sono sempre più sotto pressione.

Il calo della componente dei beni di investimento, come impatto negativo dell’aumento dei tassi di interesse sulla domanda di beni di investimento, attualmente supera l’impatto positivo dei flussi di investimento consentiti dagli afflussi di fondi per la ripresa e la resilienza dall’UE.

Anche i fornitori di servizi sono all’oscuro

Anche la fiducia nel settore dei servizi è scesa, scendendo di due punti pieni a settembre a 103,6, superando qualsiasi miglioramento registrato ad agosto.

Considerando che il turismo, i servizi di informazione, i trasporti e lo stoccaggio sono tutti perdite contabili, non ci sono punti positivi. Il calo nella componente trasporto e stoccaggio potrebbe riflettere un contesto di rallentamento dei consumi, che sembra essere stato confermato dal calo delle vendite al dettaglio.

C’è fiducia costruttiva

L’edilizia è l’unico settore di attività redditizio su base mensile. A 160,9, l’indice è vicino al massimo storico. Una riduzione dei generosi incentivi fiscali per le ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico è temporaneamente compensata da ingenti ordini per sostenere la fiducia.

Anche i consumatori sono all’oscuro mentre aumentano le preoccupazioni sulla disoccupazione

La fiducia dei consumatori è scesa a 105,4 a settembre, la quarta contrazione mensile consecutiva. I consumatori sono sempre più preoccupati per le attuali condizioni economiche e ciò aumenta le preoccupazioni sulla futura disoccupazione.

In un contesto di lento miglioramento dell’inflazione, riteniamo che il calo della fiducia dei consumatori sia dovuto ai segnali di deterioramento provenienti dal mercato del lavoro. Abbinando ciò all’attuale aumento delle opportunità di risparmio del sottoindice, abbiamo prove di un possibile aumento continuo del tasso di risparmio italiano con un impatto negativo sui consumi privati.

Perché il nostro obiettivo di crescita del PIL dell’1% per il 2023 è eccessivamente ottimistico?

La pubblicazione ottimistica di oggi chiude i dati per il terzo trimestre, che combina la debolezza del settore manifatturiero con crescenti preoccupazioni tra i servizi e i consumatori. Un piccolo aumento del PIL nel trimestre dovuto al turismo è ancora possibile, ma la nostra attuale previsione di base di una crescita media dell’1% per il 2023 subirà una revisione al ribasso.