La crescita economica nei paesi OCSE rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia, sebbene il PIL sia aumentato dell’1,6% nel secondo trimestre, rispetto allo 0,6% nei primi tre mesi del 2021.
Le stime provvisorie dell’OCSE mostrano che il Regno Unito ha registrato la crescita trimestrale più forte del 4,8%, rispetto al -1,6% del primo trimestre. L’attività economica italiana è aumentata del 2,7% nel secondo trimestre.
Tuttavia, le economie del Regno Unito e dell’Italia registrano il maggior recupero, con tassi di crescita cumulati dall’ultimo trimestre del 2019, prima della pandemia, rispettivamente a -4,4% e -3,8%.
Gli Stati Uniti sono l’unica economia del G7 a tornare effettivamente ai livelli pre-pandemia nel secondo trimestre del 2021, con il PIL che supera il livello pre-pandemia dello 0,8%.
Le sette maggiori economie si sono espanse nel secondo trimestre ma a un livello inferiore a quello del Regno Unito e dell’Italia.
Sia negli Stati Uniti che in Germania, il PIL è cresciuto dell’1,6% rispetto all’1,5% e al -2,0% rispettivamente del trimestre precedente. Il PIL di Francia e Giappone è aumentato rispettivamente dello 0,9% e dello 0,3%, dopo lo 0,0% e il -0,9% del trimestre precedente.
Nel frattempo, la crescita economica del Canada è rallentata allo 0,6% dall’1,4% nei primi tre mesi.
Nell’Eurozona e nell’Unione Europea, la crescita del PIL è tornata positiva nel secondo trimestre del 2021, rispettivamente al 2,0% e all’1,9%, dopo che l’economia si era contratta di -0,3% e -0,1% nel trimestre precedente.
I Composite Leading Indicators (CLI), una selezione di indicatori qualitativi di mercato, mostrano che il ritmo della crescita economica sta rallentando in tutto il G7.
La crescita nei paesi emergenti rimane piatta in Cina e stabile in India, ma rallenta in Brasile e rallenta in Russia, ha affermato l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sulla base dei relativi indicatori anticipatori all’inizio di questo mese.
L’organizzazione ha osservato che la graduale revoca delle misure di contenimento del COVID-19 e le incertezze residue rimangono il singolo fattore più importante nello sviluppo degli indicatori anticipatori.
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