Natalie Zemon Davis, storica degli emarginati, muore all’età di 94 anni

Il professor Davis ha pubblicato due libri nel 2000: The Gift in Sixteenth-Century France, uno sguardo antropologico su come il dono e l’obbligo reciproco hanno contribuito a strutturare la società, e Slaves on Screen, che ha esaminato la rappresentazione e la resistenza alla schiavitù. In cinque film, da “Spartacus” (1960), ambientato nell’antica Roma, a “Beloved” (1980), adattamento del romanzo di Toni Morrison ambientato nel sud americano. Il professor Davis ha affermato che i film storici forniscono “esperimenti mentali” sul passato, ma ha criticato il loro uso dell’immaginazione che inganna gli spettatori.

Il libro del professor Davis del 1995 presentava la vita di tre donne di diverse religioni nel XVII secolo – ebraismo, cattolicesimo romano e protestantesimo – che provenivano da diverse regioni: Germania, Canada e Suriname.credito…Stampa dell’Università di Harvard

Dopo il 2001, la professoressa Davis ha rivolto la sua attenzione alle ricerche sul diplomatico del XVI secolo del sultano di Fez, Hassan al-Wazzan di Granada di Fassi, che fu rapito dai pirati cristiani nel 1518 e portato a Roma. Si convertì al cristianesimo e visse lì per nove anni, scrivendo libri per europei in italiano e latino sul Nord Africa e sull’Islam, più famosi sotto il nome di Leo Africanus. È meglio conosciuto come l’autore del primo libro sulla geografia dell’Africa pubblicato in Europa nel 1550.

Il suo libro risultante, The Travels of a Trickster: A Sixteenth-Century Muslim Between Worlds, è stato pubblicato nel 2006.

Il professor Davis ha affermato che l’africano aveva “una duplice identità e visione: era un musulmano interessato al cristianesimo e un nordafricano interessato ad esplorare il mondo di Roma e dell’Italia”. Ma i documenti difficili su di lui erano pochi. Per capirlo, ha detto, ha dovuto sviluppare “una storia di vita plausibile partendo da materiale esistente all’epoca”. Come ho fatto nel caso di Martin Guerre, ho speculato sul comportamento dell’africano basandomi sulle pratiche riscontrate nel mondo da cui proveniva.

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Natalie Zimon è nata a Detroit l’8 novembre 1928 da Julian e Helen (Lamport) Zimon, entrambi nati in America da immigrati ebrei dall’Europa orientale. Suo padre lavorava nel commercio tessile e sua madre era una casalinga. Natalie era una dei pochi ebrei a Cranbrook Kingswood, una scuola femminile a Bloomfield Hills, nel Michigan. Sebbene lì fosse popolare e di successo, si sentiva un’outsider, secondo il suo racconto.

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