Mercoledì il ministero dell’Economia italiano ha dichiarato di aver venduto una partecipazione del 2,8% nel colosso energetico Eni, raccogliendo 1,4 miliardi di euro (1,5 miliardi di dollari) come parte di un piano di privatizzazione del governo.
Le azioni sono state collocate presso investitori istituzionali in Italia e all’estero tramite un consorzio bancario.
La vendita riduce le partecipazioni dirette del governo italiano.
Il Ministero dell’Economia italiano ha dichiarato mercoledì di aver venduto una partecipazione del 2,8% nella società energetica Eni, raccogliendo 1,4 miliardi di euro (1,5 miliardi di dollari) come parte di un piano di privatizzazione del governo.
Le azioni sono state collocate presso investitori istituzionali in Italia e all’estero tramite un consorzio bancario.
La vendita riduce la partecipazione diretta del governo italiano nella società al 2,0%, sebbene il governo controlli un altro 28,5% attraverso l’istituto finanziario statale Casa Depositi e Prestiti.
Le azioni sono state vendute a 14,85 euro, con uno sconto dell’1,7% rispetto alla chiusura di mercoledì.
Il governo del primo ministro Giorgia Meloni vuole raccogliere 20 miliardi di euro (21,75 miliardi di dollari) entro il 2026 per ridurre il proprio debito, che è il secondo più grande dell’Eurozona dopo la Grecia in termini di dimensioni dell’economia.
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Ha già ceduto le partecipazioni nella banca Monte dei Paschi di Siena e prevede di vendere anche le partecipazioni nelle Poste e nelle Ferrovie nazionali.
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