L’Italia fissa da Reuters un tetto di 50.000 euro sugli incentivi per i singoli acquirenti di titoli di Stato

Scritto da Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) – L’Italia prevede di limitare gli incentivi finanziari per i singoli acquirenti dei suoi titoli di stato introducendo un tetto di 50.000 euro (52.660 dollari), secondo una bozza presentata giovedì, dopo le critiche secondo cui il piano andrebbe a vantaggio dei ricchi piuttosto che dei poveri.

Come riportato da Reuters all’inizio di questa settimana, la bozza di bilancio 2024 proponeva di consentire la totale detrazione del reddito derivante dai titoli di Stato dall’ISEE, una misura della ricchezza che determina l’accesso ai benefici sociali in base a un test sui mezzi pubblici.

La proposta, parte degli sforzi di Roma per incrementare il debito pubblico nazionale di 2.840 miliardi di euro, ha suscitato critiche da parte dell’opposizione e degli accademici, che hanno affermato che indebolirebbe l’attenzione dei programmi di assistenza sociale sui poveri.

I dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica hanno mostrato che l’anno scorso più di 5,6 milioni di persone, ovvero il 9,7% della popolazione italiana, vivevano in quella che viene definita “povertà estrema”, ovvero non erano in grado di acquistare beni e servizi di base.

Questo è in aumento rispetto al 9,1% nel 2021, con un aumento in gran parte dovuto all’aumento dei prezzi al consumo.

Tuttavia, l’ultima bozza mostrava che gli sconti per i contribuenti sarebbero stati limitati a un massimo di 50.000 euro in obbligazioni sovrane e prodotti di investimento per i piccoli risparmiatori i cui rimborsi sarebbero garantiti dallo Stato.

L’Italia già tassa i redditi dei titoli di Stato ad un’aliquota inferiore del 12,5% rispetto all’aliquota del 26% applicata ad altri investimenti finanziari, compresi i depositi.

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Questi incentivi arrivano dopo che il governo il mese scorso ha aumentato i suoi obiettivi di deficit di bilancio per il periodo 2023-2025, cosa che ha preoccupato i mercati e li ha messi in un potenziale confronto con la Commissione Europea.

Il divario tra i rendimenti dei titoli decennali italiani e tedeschi, indicatore della fiducia del mercato nell’Italia gravata dal debito, è salito la scorsa settimana a 208 punti base, il livello più alto da gennaio, prima di scendere. Giovedì sono arrivati ​​a circa 200.

Si prevede che il debito italiano, che è il secondo più alto nella zona euro in termini di Pil dopo quello della Grecia, si ridurrà solo marginalmente nei prossimi anni al 139,6% del Pil nel 2026 dal 140,2% previsto quest’anno.

($1 = 0,9495 euro)

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