L’Italia cerca finanziamenti post-Covid dall’UE nonostante i ritardi nei pagamenti

L’Italia cerca finanziamenti post-Covid dall’UE nonostante i ritardi nei pagamenti
  • L’UE ritarda i finanziamenti post-Covid all’Italia
  • L’Italia stenta a raggiungere gli obiettivi di cui ha bisogno per accedere ai finanziamenti
  • Il ritardo crea un problema per le finanze pubbliche

ROMA, 11 luglio (Reuters) – L’Italia cercherà altri 16 miliardi di euro (17,6 miliardi di dollari) in finanziamenti post-Covid nonostante i ritardi nel ricevere la tranche precedente, ha detto martedì il ministro per gli Affari europei Raffaele Fito.

Il ritardo nell’ottenere il denaro è “chiaramente un problema”, ha detto in precedenza il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, riconoscendo le crescenti sfide per le finanze pubbliche.

L’Italia riceverà 191,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a basso costo fino al 2026 dal Fondo europeo per la ripresa e la resilienza (RRF), visto come un’opportunità irripetibile per rilanciare l’economia lenta.

Ma il governo di Roma è in ritardo nello spendere i soldi che ha già ricevuto e nel raggiungere “obiettivi e pietre miliari” che farebbero scattare nuovi pagamenti.

Giorgetti ha detto che il governo per ora sta gestendo la situazione, confermando i piani per mantenere il deficit di bilancio su una tendenza al ribasso dopo un inizio anno deludente.

Fito ha detto che nei prossimi giorni non c’è alcuna garanzia che la quarta tranche richiesta dall’Italia sia disponibile entro la fine dell’anno.

Roma ha chiesto all’Ue di rivedere 10 dei 27 obiettivi che richiedono lo sblocco di questi fondi per accelerare il processo di approvazione.

Disavanzo del bilancio statale in aumento

La terza tranche, che l’Italia attende ancora, vale 19 miliardi di euro e riguarda decine di obiettivi da raggiungere nella seconda metà del 2022, tra cui la realizzazione di 7.500 posti letto per studenti.

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“Spero che queste risorse vengano distribuite, è chiaro che se non arrivano i finanziamenti Ue è un problema”, ha detto Giorgetti.

Il fabbisogno di finanziamento aggregato del settore pubblico (SSBR) meno il disavanzo del settore pubblico si è attestato a 95 miliardi di euro alla fine di giugno, in aumento di 50 miliardi di euro rispetto allo scorso anno.

“Stiamo monitorando (i fondi pubblici), abbiamo degli obiettivi e li raggiungeremo”, ha detto Giorgetti, ribadendo che il Tesoro non ha in programma di modificare la propria guidance sull’emissione di titoli sovrani a medio-lungo termine nel 2023.

Quest’anno, il governo del primo ministro Georgia Meloni punta a un deficit di bilancio del 4,5% del prodotto interno lordo (PIL), quasi dimezzando la cifra dell’8,0% dello scorso anno.

Dopo essere stato stimato al 3,7% del PIL il prossimo anno, il deficit potrebbe vedere un ritorno al tetto del 3% dell’UE nel 2025. ($ 1 = 0,9102 euro)

Montaggio di Gavin Jones, Christina Finzer e Keith Weir

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By Marcello Jilani

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