- Una camera da letto “riservata agli schiavi” è stata scoperta dagli archeologi nei pressi di Pompei.
- Una stanza della villa di Civita Giuliana fa luce sulle condizioni di vita degli antichi schiavi romani.
- Ha mostrato le “condizioni pericolose e antigeniche di vivere nei gradini più bassi della società”.
Gli archeologi hanno scoperto una piccola camera da letto usata dagli schiavi durante uno scavo vicino a Pompei, ha detto il Ministero della Cultura italiano. Rapporto.
Il team ha scoperto la camera durante gli scavi della villa romana di Civita Giuliana, situata a 600 metri fuori dalle mura della famosa città, che fu distrutta quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C.
La stanza conteneva due letti – con sopra un materasso – rudimentali armadi e contenitori contenenti i resti di ratti e topi, ha detto il ministero della Cultura italiano, “dettagli che sottolineano le condizioni pericolose e antigeniche nel seminterrato in cui viveva la comunità”.
Il Ministero della Cultura ha osservato che la scoperta ha fornito uno spaccato della gerarchia sociale nell’antica Roma, in quanto non vi erano prove di serrature o lucchetti trovati nella camera.
“Il controllo sembra essere stato stabilito principalmente attraverso il sistema interno di schiavitù, non attraverso sanzioni e restrizioni fisiche”, ha affermato Gabriel Zuchtrigel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Gli archeologi sono stati in grado di distinguere gli oggetti nella stanza durante l’eruzione del Vesuvio perché gli abiti e i mobili coperti dalla nube di cenere vulcanica si sono decomposti nel corso degli anni, lasciando infine un vuoto sottostante. Spazzatura.
Riempire questo vuoto con l’intonaco rivela la forma originale degli oggetti nella stanza, come si vede in un’immagine rilasciata dal Ministero della Cultura, fornendo una vivida istantanea della vita di 2000 anni fa.
L’attività archeologica intorno a Pompei è aumentata negli ultimi anni, in gran parte grazie a un 105 milioni di euro, o 114,4 milioni di dollari, in incentivi finanziari.
Il ministro della Cultura italiano Gennaro Sangiuliano ha affermato che i risultati hanno confermato la necessità di continuare la ricerca nell’area.
“Ciò che apprendiamo sulle condizioni materiali e sulla struttura sociale di quell’epoca apre nuovi orizzonti per la ricerca storica e archeologica”, ha affermato.
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