Il vertice Joe Biden-Xi Jinping ignora un’occasione mancata nella regione dell’Indo-Pacifico

E non essendo a Giakarta, Biden sta inviando un chiaro segnale al quarto paese più popoloso del mondo che non è una priorità per gli Stati Uniti. Questa è una decisione sconcertante data la grande popolazione dell’Indonesia, la sua importante posizione strategica e il fatto che tradizionalmente ha mantenuto le sue scommesse tra le maggiori potenze mondiali.

La Cina è il principale partner commerciale dell’Indonesia, ma una disputa territoriale sulle remote isole Natuna sta alimentando gli attriti tra i due paesi.

Se Biden crede davvero che le democrazie combattano i regimi autoritari, dovrebbe corteggiare l’Indonesia (la più grande democrazia mondiale a maggioranza musulmana) anziché disdegnarla.

E se Xi scegliesse di non andare a Nuova Delhi, come sembra sempre più probabile, sarebbe un affronto ancora più significativo. Da quando è salito al potere nel 2012, Xi ha partecipato di persona a ogni vertice del G20 (oltre a quello interessato dal COVID-19 nel 2021), riflettendo l’importanza unica dell’incontro nel riunire i leader delle principali economie del mondo.

Il primo ministro indiano Narendra Modi vede l’ospitare il G20 come un momento importante per l’India sulla scena mondiale, paragonandolo all’ospitare i Giochi Olimpici. L’assenza di Xi minimizzerebbe l’evento ed evidenzierebbe le crescenti tensioni tra India e Cina, che hanno un confine conteso di 4.400 km.

Xi si è recato al vertice BRICS della scorsa settimana con i leader di Brasile, Russia, India e Sud Africa a Johannesburg, ma non ha tenuto il discorso programmato, sollevando il sospetto che possa essere malato.

Tra gli assenti se Xi si asterrà dagli incontri della prossima settimana c’è il primo ministro Anthony Albanese, che ha indicato un incontro con il leader cinese a margine del G20. Ogni incontro faccia a faccia con Xi Jinping è un’opportunità per gli albanesi di promuovere cause nell’interesse nazionale dell’Australia, incluso il rilascio dei detenuti australiani Cheng Lei e Yang Hengjun.

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La stagione dei summit della prossima settimana avrebbe potuto offrire ai leader più potenti del mondo l’opportunità di cercare un terreno comune e gestire le loro differenze. Sembra invece essere una colossale occasione mancata.

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