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Il ponte italiano verso il nulla: inascoltato

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Il ponte italiano verso il nulla: inascoltato

L’obiezione principale non è l’enorme spesa o le cifre desolanti, ma l’inevitabile, che parte del bilancio viene speso dalle mafie siciliane e calabresi (cosa Nostra e questo’La ‘Ndrangheta rispettivamente). L’attivista antimafia don Luigi Ciotti ha avvertito che il ponte “collegherà non solo le due coste, ma le due mafie”. Questa penetrazione criminale assume centinaia di forme: investimenti finanziari, servizi di corriere, fornitura di materie prime, sicurezza, movimento terra, smaltimento dei rifiuti. Ogni aspetto di un grande progetto è vulnerabile alle mafie: possono fare tutto senza intoppi o causare problemi per decenni. Possono solo raccogliere le briciole di pane, ma è quasi certo che alla fine si ritroveranno con del pane.

“Il ponte non collegherà due mafie, ma 20 cosche diverse”, ha detto Daniele Ilacqua. Non esiste un ponte Cabo Bello Me lo ha detto il sistema. “Ho paura che ci ritroveremo in una situazione come quella della Chicago degli anni ’30: troppi interessi, troppi contratti.” Al contrario, le bande rivali coopereranno e uniranno le loro forze: “per fare cose importanti”. [building] programmi in Calabria”, ha scritto recentemente la criminologa Anna Sergi Posizione“IL ‘Ntrangeda I clan si sono sempre uniti per rafforzare le proprie capacità imprenditoriali. Lo faranno di nuovo”. La polizia ha già intercettato i boss della mafia che discutevano su come condividere succulenti accordi futuri.

Ma le obiezioni al ponte vanno oltre. Lo Stretto di Messina è sempre stato problematico: i mitici mostri marini di Omero, Scilla e Cariddi, si nascondono su entrambi i lati, simboli del pericolo di navigare tra di loro. Quindi il proverbio “Tra Scilla e Cariddi” è la versione originale di “Tra l’incudine e il martello”. Il percorso è pericoloso non solo a causa delle trappole e dei forti venti, ma anche a causa dei devastanti terremoti. Lo stretto si trova nella zona 1 d’Italia, la zona più pericolosa per il rischio sismico. Nel dicembre 1908, un terremoto di magnitudo 7.1 uccise circa 80.000 persone e provocò uno tsunami che devastò le vicine zone costiere.

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Anche coloro che sostengono il ponte hanno espresso preoccupazione riguardo al fatto che sia saggio costruire sui binari danneggiati. Il 3 maggio l’Ordine degli Ingegneri di Messina ha scritto una lettera aperta affermando che, anche se il ponte dovrebbe essere realizzato, rimane “profondamente preoccupato” per la natura superficiale delle misure di sicurezza antisismica del progetto. La ricerca alla base di questo “richiede mesi di dedizione, non giorni o settimane!” Hanno insistito.

Parte del problema è che il progetto del ponte è troppo vecchio: il consorzio Eurolink vinse la gara nel 2005 con un progetto del progettista britannico William Brown, morto nel 1993. Brown è un architetto ammirato: è responsabile. Ponti Severn, Humber e Forth Road in Inghilterra e molti altri ponti in tutto il mondo. Ma la campata centrale del suo ponte italiano è più di un chilometro più lunga di qualsiasi altro ponte al mondo. Signorino dice: “È stato un enorme progresso in termini di scala, ma nessun progresso nella conoscenza tecnica. Le nostre conoscenze attuali non ci permettono di chiamarla intelligenza”.

Nel corso degli anni l’Italia ha avuto abbastanza disastri infrastrutturali da giustificare le preoccupazioni di Signorino. Nell’agosto 2018 morirono 43 persone nel crollo del Ponte Morandi a Genova. Nel 2014 crollò anche il viadotto di Scarciavace in Sicilia, nove giorni dopo la sua apertura. Ne fa parte la ditta incaricata della costruzione di quel passaggio, la Polognetta Muratori di cemento Una cooperativa con una quota del 13% nel consorzio Eurolink. Anche le altre imprese edili coinvolte nel progetto non sono note per la loro buona condotta. Nel 2022, la società di costruzioni spagnola Sacyr, che deteneva una partecipazione del 18,7% nel progetto Eurolink, è stata multata di oltre 200 milioni di euro dall’autorità antitrust spagnola, insieme ad altre società. Frodi negli appalti pubblici dal 1992 al 2017.

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