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La banca centrale stima che l’economia italiana sarà quasi in recessione nel terzo trimestre

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La banca centrale stima che l’economia italiana sarà quasi in recessione nel terzo trimestre

Una donna va in bicicletta mentre passa davanti all’insegna di una banca nel centro di Roma, Italia, il 19 ottobre 2018. Fotografia: Alessandro Bianchi/Reuters.

ROMA (Reuters) – La Banca centrale italiana ha stimato venerdì che l’economia italiana è cresciuta solo dello 0,1% nel terzo trimestre di quest’anno rispetto ai tre mesi precedenti a causa della stagnazione della produzione industriale.

I dati recenti indicano un rallentamento dell’attività nella terza economia della zona euro, e il governo questo mese ha rivisto al ribasso la stima ufficiale di crescita per il 2018 all’1,2% dall’1,5% di aprile.

L’economia vacillante è stata una delle ragioni addotte dalla coalizione di governo per presentare un bilancio espansivo per il 2019 che ha attirato le ire della Commissione Europea, che afferma che aumenterà l’enorme debito pubblico dell’Italia.

La Banca d’Italia ha affermato nel suo Bollettino economico trimestrale che “gli indicatori ciclici disponibili indicano che la crescita del PIL è rallentata nel terzo trimestre a circa lo 0,1% rispetto al trimestre precedente”.

L’Italia ha registrato una crescita dello 0,2% nel secondo trimestre, e il tasso dello 0,1% nel terzo trimestre sarà il più lento dal secondo trimestre del 2016.

L’Italia è sotto pressione sui mercati finanziari da quando il nuovo governo formato dal Movimento 5 Stelle e dal partito di destra della Lega si è insediato a giugno, e la vendita di titoli di Stato ha subito un’accelerazione negli ultimi giorni.

La Banca d’Italia ha affermato che nei primi otto mesi di quest’anno gli investitori stranieri hanno ridotto le loro disponibilità in titoli italiani di 42,8 miliardi di euro e hanno venduto 24,9 miliardi di euro di titoli di stato e 12,4 miliardi di euro di obbligazioni bancarie.

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Nonostante le tensioni sui mercati finanziari, i prestiti bancari alle imprese e alle famiglie “stano aumentando moderatamente, sostenuti da una leggera espansione della domanda”, si legge nel bollettino.

La banca centrale ha affermato che nel secondo trimestre di quest’anno il rapporto tra nuovi prestiti in sofferenza e prestiti esistenti è sceso all’1,5% su base annua destagionalizzata.

Nel primo trimestre il tasso era dell’1,7%.

(Segnalazione di Gavin Jones)

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