L’Italia è un paese con una grande industria orticola. È leader europeo nella produzione di sementi da orto e aromatiche: lo dicono i numeri. Entro il 2022, quasi 39.000 ettari saranno coltivati a questo scopo. I numeri sono in aumento, raddoppiando dal 2012 a oggi, +5 per cento annuo nel 2022. La produzione di sementi avviene da nord a sud, con la diffusione più netta in Emilia-Romagna, seguita da Puglia, Marche, Molise e altre sette regioni italiane. Le specie più diffuse sono il ravanello, la senape, il cavolo, il radicchio e la cipolla, con una superficie a tre cifre zero. In totale, il numero di specie propagate è superiore a 50.
Le aziende italiane producono sementi per il mercato interno, ma anche per i mercati esteri; Prendiamo ad esempio il coriandolo, una specie coltivata principalmente in India. Anche le multinazionali delle sementi guardano all’Italia con grande interesse per la sua lunga tradizione.
Un’interessante opportunità di reddito per un settore fortemente danneggiato prima dal Covid-19 e poi dalle anomalie climatiche. L’elevata competenza e competenza degli agricoltori italiani è una garanzia riconosciuta e ricercata ovunque. Si stima, infatti, che il fatturato complessivo prodotto dal settore sementiero orticolo italiano sia di oltre 300 milioni di euro, pari al 29 per cento del giro d’affari complessivo nazionale, grazie al lavoro di circa 80 aziende coinvolte nella ricerca, produzione e vendita di ortaggi. semi. Nel luglio 2023 è stato approvato un nuovo programma nazionale per le sementi biologiche, che qualifica ulteriormente il lavoro delle aziende sementiere italiane e consente una maggiore disponibilità di sementi biologiche.
La ricerca deve essere aggiornata
Per guadagnare competitività, l’industria orticola italiana sta puntando fortemente sulle nuove tecniche di ricerca genetica note come NGT. Questi ultimi, come si legge nel Green Deal Ue, “possono dare una spinta decisiva allo sviluppo di nuove tipologie capaci di fornire risposte concrete agli obiettivi definiti dalle nuove strategie sociali”. In altre parole, gli obiettivi europei legati alla riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici e allo sviluppo della coltivazione biologica, grazie alle NGT, possono essere raggiunti in breve tempo e a costi contenuti. Il voto favorevole del Parlamento dell’Unione Europea lo scorso febbraio su una proposta di regolamento per promuovere queste tecniche sarà ora valutato dal Consiglio dell’Unione Europea, che porterà all’approvazione definitiva entro i prossimi mesi.
In vari paesi sono già operativi centinaia di progetti di ricerca più o meno avanzati che utilizzano le NGT. Molte persone si preoccupano per le specie orticole, in particolare per i pomodori. Ad esempio, le varietà arricchite con GABA (un amminoacido anti-ansia) o tolleranti ad alcune patologie possono utilizzare l’acqua in modo più efficiente. Sempre per il pomodoro e le altre specie orticole (e non), interessanti sono i progetti che coinvolgono il CREA (principale organismo italiano di ricerca dedicato alle filiere agroalimentari vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole, Sovranità Alimentari e Foreste-Masaf). e alcune università italiane. Il mondo della ricerca è pronto a partire.
Garantire la massima qualità
Il settore sementiero italiano è impegnato a migliorare la già elevata qualità della propria produzione. La filiera del seme si rinnova attraverso l’innovazione. Attualmente riflette una realtà di eccellenza agricola anche sui mercati internazionali, ma si ritiene che solo il rinnovamento continuo possa garantirne la leadership.
IL Programma Seme Intelligente Utilizza un software di “mappatura del seme”, in grado di verificare la distanza tra le colture, con l’obiettivo di evitare contaminazioni genetiche tra le colture. È già pienamente utilizzato da tutte le aziende che allevano sementi di specie orticole. Permette la georeferenziazione delle falde, le distanze di isolamento e le possibili interferenze tra colture della stessa specie ma si possono definire varietà diverse attraverso meccanismi complessi.
Tracciabilità: un valore fondamentale per una filiera di qualità
Percorso verso la qualità Sementi Italiane è il primo schema di certificazione da tavola per le varietà orticole. I consumatori possono fidarsi di un marchio che certifica l’origine, la salubrità, la sostenibilità e l’impegno a seguire processi produttivi etici lungo tutta la filiera. Per la prima volta è il risultato di un lavoro di squadra tra aziende sementiere, vivaisti, agricoltori e industrie di trasformazione alimentare per fornire alla grande distribuzione organizzata e quindi strumenti per una comunicazione completa e trasparente con i consumatori.
Franco Brazzabeni è consulente aziendale e di marketing nell’agroalimentare internazionale, membro del consiglio direttivo dell’associazione e dei comitati ISF e scrive un blog www.agrinotes.it.
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