Recensione film La Chimera – Una storia dispettosa di tombaroli toscani

Recensione film La Chimera – Una storia dispettosa di tombaroli toscani

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Nell’era di Netflix, ci aspettiamo che ci venga detto in anticipo esattamente cosa guardare. (Genere, umore, la nostra risposta emotiva in sospeso). Raramente è un film che si prende il tempo per mostrarci queste cose. O prendere in prestito un’immagine da un nuovo eccellente capolavoro Nessuna chimeraCi invita a guardarli come farebbe un archeologo: sollevandoli contro la luce e chiedendoci cosa abbiamo tra le mani.

Questo paragone mi viene in mente guardando la ricca e maliziosa commedia drammatica italiana di Alice Rohrwacher. Il film è ambientato in Toscana negli anni ’80 e riguarda una banda disordinata di… Tombaroli: predoni di tombe che irrompono nelle cripte etrusche per rubare manufatti sepolti insieme ai morti. Tra i criminali c’è Arthur, un trasandato espatriato inglese interpretato da Josh O’Connor. Il film può essere selvaggio, divertente e folle. Viene anche avvolto nella metafisica, nell’economia e nella tristezza.

Il senso di esplorazione non si esaurisce con la trama. In mezzo alla strana alchimia di materiale cinematografico, costumi e ritmi, il film stesso sembra essere stato trovato nella sala di proiezione di un cinema italiano di provincia, aperto l’ultima volta nel 1985. Il dettaglio moderno che racconta la storia, ovviamente, è O’Connor, un attore con Molto famoso qui e ora. Ma anche lui entra presto a far parte dell’inebriante atmosfera d’epoca, vestito con un abito color panna trasandato, un mistero in superficie e anche più profondo.

La tensione tra personaggio e attore è grande. L’infanzia di O’Connor è sufficiente perché coloro che circondano Arthur lo considerino un mago. Ma c’è sempre qualcos’altro al lavoro, il suo cipiglio è in contrasto con quello dei suoi colleghi svitati. Rohrwacher ha un’ottima visuale dei volti degli attori. Inoltre inserisce esplicitamente citazioni divertenti nella sua storia. Le scene sono accelerate in modo slapstick e la quarta parete è felicemente rotta.

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Ciò che il film ci lascia però non è affatto banale. Invece, pone domande complesse sulla performance e sul passato e ci ricorda che non sappiamo mai cosa verrà dopo. È un grande risultato per un film così legato ai morti.

★★★★☆

Nei cinema britannici dal 10 maggio

By Graziella Fazio

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