Il Sole è il massimo donatore di vita, ma ha anche il suo svantaggio: genera tempeste solari così intense da minacciare la Terra, in modo sempre più grave dopo l’alba dell’era digitale. Per questo motivo gli astronomi devono monitorare costantemente ciò che accade lì e scoprire rapidamente se ci sono ulteriori fluttuazioni che potrebbero avere un impatto sulla Terra. Vale la pena notare che una forte tempesta solare può interrompere la rete elettrica, causare interruzioni di corrente e, in casi estremi, portare a interruzioni di Internet, del GPS e dei satelliti e persino influenzare l'aviazione. Per questo motivo la NASA si è assicurata che fosse predisposto un sistema di allerta precoce. Questa è la situazione attuale. Ora, guardiamo indietro al 1859, quando una massiccia tempesta solare colpì la Terra, provocando l'accensione spontanea delle apparecchiature telegrafiche e mandando gli operatori a scosse elettriche. A questa tempesta solare è stato dato un nome, Evento Carrington.
Molto è stato scritto al riguardo e ora la comunità scientifica ha trovato un nuovo modo per scoprire l’entità dell’effetto. La tempesta solare ha lasciato un segno indelebile sugli alberi e fornisce nuovi indizi sull’evento accaduto 165 anni fa. Le lezioni apprese sono importanti semplicemente perché questa tempesta solare causò ingenti danni alle infrastrutture elettriche in quei giorni, e ora, quando l’era digitale è al suo apice, una tempesta del genere potrebbe davvero assumere sfumature più minacciose.
In questo straordinario risultato, gli scienziati sono stati in grado di analizzare l'impatto delle tempeste solari studiando gli anelli degli alberi e conoscendo la concentrazione di radiocarbonio lì. Lo studio ha rivelato un enorme salto nella concentrazione di radiocarbonio dopo la tempesta solare di Carrington.
Ciò consentirà probabilmente ai ricercatori di conoscere l’intensità delle tempeste solari e la loro capacità di influenzare la tecnologia sulla Terra.
Lo studio è stato condotto attraverso una collaborazione tra l’Università di Helsinki, l’Istituto finlandese per le risorse naturali (LUK) e l’Università di Oulu.
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