Il cantautore napoletano (che chiameremo Compositore n. 1) acquista un set di 23 brani da un altro musicista (Compositore n. 2), anche lui napoletano. Dopo aver trasformato una di queste arie in una composizione sviluppata, invitò un poeta napoletano a scrivere anche il testo della melodia (in dialetto napoletano). Un’altra versione di questa storia dice che il poeta scrisse prima le parole e solo allora chiese al compositore n. 1 di metterle in musica. In una versione, il compositore n. 1 era già a Odessa, non a Napoli, in una tournée di concerti quando trasformò la melodia del compositore n. 2 in una canzone completa. Qualunque cosa fosse, la canzone finale divenne famosa in tutto il mondo, simboleggiando la bellezza del Golfo di Napoli e lo spirito musicale dell’Italia.
La verità non è poi così bella: dopo il calo del raccolto di grano nel 1897 e l’aumento del prezzo del grano importato dagli Stati Uniti a causa della guerra ispano-americana, la rivolta del pane del 1898 scoppiò in tutta Italia, dalla Sicilia alla Sicilia. Milano. Un resoconto contemporaneo descrive come le rivolte di aprile a Napoli fossero guidate da donne che trasportavano lunghi bastoni con sopra pani o bandiere rosse. . . Numerose panetterie sono state saccheggiate dalla folla in rivolta. Donne con cartelli con la scritta “Abbasso le tasse sulla farina” si sono precipitate al palazzo municipale, dove sono state disperse dalle forze dell’ordine. Un mese dopo, con il titolo “L’Intifada del pane continua”, il giornale pubblicò Il New York Times Lo ha riferito il giornalista le notizie del GIORNO A Napoli telegrafava venerdì: “Oggi i disordini si rinnovano. I rivoltosi che cercavano di costruire barricate furono attaccati dalle truppe, e i soldati li inseguirono con le baionette infilate verso la stazione ferroviaria, dove li aspettavano quattro cannoni. Quando i prigionieri nel carcere udirono il trambusto, si ribellarono. I soldati furono costretti a ristabilire l’ordine, cosa che non poteva essere realizzata senza una seria lotta in patria e all’estero, e le donne furono particolarmente tenaci anche di fronte alle ripetute cariche alla baionetta. di loro sono rimasti feriti e uno è morto in ospedale. le notizie del GIORNO Il telegramma dice che il sergente si è rifiutato di trasmettere la parte del bilancio delle vittime. I tre uomini sopravvissero a questi terribili eventi.
compositore n.Morì nel 1917 a Napoli, dopo anni trascorsi a cantare e suonare il pianoforte nei caffè, nei teatri e poi nei cinema. E poiché vende le sue canzoni direttamente agli editori, non riceve alcuna royalty. Si dice che morirà in condizioni di estrema povertà. Si dice anche che la sua debolezza nel giocare alla lotteria abbia lasciato la sua famiglia indigente e che abbia dovuto vendere il suo pianoforte preferito per pagare i conti dell’ospedale. Nel 1952, la sua vedova, che sopravviveva a malapena con una piccola pensione, ricevette una miseria per la canzone più famosa del marito.
Il poeta morì nel 1920, alcuni dicono a Napoli, altri a Città del Messico. Un necrologio rileva che “trent’anni di notevole lavoro e impresa sono stati ben meritati [the poet] Fu definito un “vagabondo simpatico alla poesia dialettale” e che “morì poverissimo, circondato dalla moglie e dai tre figli, che tutti lo adoravano, nonché da alcuni buoni e fedeli amici che contribuirono a rendere più tollerabili le ultime sofferenze della sua vita. ” Il necrologio non può fare a meno di sottolineare che se questo “giornalista, poeta e paroliere non fosse stato costretto a lottare solo per la sopravvivenza, e avesse avuto più possibilità di portare al pubblico le sue straordinarie opere – poiché ricevette un compenso vergognosamente magro – quale grande le opere che avrebbe potuto avercele ha comunque date!
Il compositore n. 2 vive molto più a lungo, spirando solo nel 1972 all’età di 96 anni. Poco dopo la sua morte, sua figlia ha presentato una dichiarazione giurata Italia Ufficio beni letterari, artistici e scientifici Chiede di essere riconosciuto come coautore della famosa canzone, insieme ad altre 17 opere finora attribuite al solo compositore n.1. Nel 2002 il giudice di Torino accolse la sua richiesta. Ciò significa che nei paesi in cui il copyright continua fino a 70 anni dopo la morte dell’autore (o, come in questo caso, del coautore), la canzone rimarrà protetta da copyright fino al 2042.
(Eduardo Di Capua, Alfredo Mazzocchi, Giovanni Capurro, Concitina Coppola, Emanuele Alfredo Mazzocchi)