Dopo un grave disastro avvenuto in Italia, i sopravvissuti possono contare sulla permanenza in tende dotate di aria condizionata, sulla ricezione di pasti caldi e sul pronto accesso a servizi igienici e docce.
Ma strutture e servizi simili non sono disponibili per i sopravvissuti ai disastri in Giappone, anche se l’Italia è stata colpita da disastri.
La situazione italiana è spesso citata come caso modello. Tuttavia, gli italiani non ci sono arrivati senza diversi colpi di scena.
I funzionari italiani per la gestione delle catastrofi promettono di “non dimenticare mai” il terremoto del Friuli del 1976, che colpì la regione del Friuli, nel nord-est dell’Italia, uccidendo circa 1.000 persone.
Sette anni dopo, ho avuto l’opportunità di frequentare una scuola superiore locale costruita come parte di un programma di recupero post-disastro. La gente del posto ricorda ancora il caos che seguì al terremoto.
Funzionari della polizia e dell’esercito hanno dato istruzioni contrastanti agli autisti mentre dirigevano il traffico veicolare sulle strade tagliate.
I soccorsi provenienti dall’estero non hanno raggiunto i sopravvissuti, principalmente a causa della mancanza di una struttura di comando centralizzata, aggravando ulteriormente il sistema amministrativo decentralizzato della burocrazia.
Quando un altro forte terremoto colpì l’Italia meridionale qualche anno dopo, gli stessi difetti si aggiunsero al conteggio e le richieste per l’installazione di un sistema efficiente divennero più forti.
L’attuale Protezione Civile è nata nel 1982 come organizzazione alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dopo quattro decenni di ripetuti emendamenti legali, l’organizzazione è diventata un centro di comando con circa 700 lavoratori. La sua missione è consigliare e coordinare i vigili del fuoco, l’esercito, la polizia, le organizzazioni di ricerca e i volontari in caso di disastro.
Com’è il Giappone?
Nel suo discorso politico del 4 ottobre, il primo ministro Shigeru Ishiba ha espresso la sua determinazione a migliorare le condizioni nei centri di evacuazione ed eliminare le vittime legate ai disastri. E quando menziona i “food truck” mi chiedo se stesse pensando all’Italia.
La cosa più importante è creare un centro di controllo efficiente. Ishiba dovrebbe ricordare che un ufficio governativo troppo diviso non servirà a nulla.
Sono trascorse due settimane da quando piogge devastanti hanno colpito la penisola di Noto, che si sta ancora riprendendo dal forte terremoto di Capodanno. Proprio mentre parliamo, le persone stanno cercando di resistere nei centri di evacuazione.
–L’Asahi Shimbun, ottobre. 5
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Vox Populi, Vox Dei è una popolare rubrica quotidiana che copre una vasta gamma di argomenti tra cui cultura, arte, tendenze e sviluppi sociali. Scritto da scrittori veterani di Asahi Shimbun, questo articolo fornisce utili prospettive e approfondimenti sul Giappone contemporaneo e sulla sua cultura.