Una melodia satirica italiana basata sulla canzone After Life di Hirokazu Koreda

Una melodia satirica italiana basata sulla canzone After Life di Hirokazu Koreda

“Nonostanti” (o “Feeling Better”) è una sorta di storia di fantasmi, che separa in modo univoco ciò che esiste da ciò che esiste nell’aldilà. Il regista Valerio Mastandrea immagina invece il purgatorio nel presente, seguendo l’andirivieni di un gruppo di pazienti in coma intrappolati tra la vita e la morte. O, più precisamente, Mastandrea segue le anime di questo gruppo eterogeneo, disconnesso dalla vita di tutti i giorni ma ancora legato a questo mondo con corpi intubati e inerti, poi lasciati a vagare per i corridoi di una struttura di cura a lungo termine in attesa di svegliarsi, morire, o forse innamorarsi, qualunque cosa accada in primo luogo.

Tra questi attori – anche se questo attore principale, come ogni altro personaggio, è senza nome – c’è un personaggio feroce interpretato dallo stesso Mastandrea. Ora, alla sua seconda apparizione dietro la macchina da presa, Mastandrea è già una popolare star italiana e la star del successo da record dello scorso anno “C’è ancora domani”. Ma anche chi ha meno familiarità con il background dell’attore riconoscerà presto la sua tipologia, soprattutto qui come quel tipo di vagabondi di mezza età che sono diventati gli eroi fondamentali del cinema italiano. Questa specie senza nome, vestita con un abito e vestita in modo ridicolo, ricorda il film “Il Vecchio”, con Mastandrea che lo raffigura mentre ride ad alta voce. tutti Osservatori tristi che da allora vagano sullo schermo cinema Questa storia è diventata moderna, evidenziando i punti deboli di un film che avrebbe potuto beneficiare di un tocco più personale.

Riccardo Gentile

Sebbene queste avventure isolate inizino in una struttura di assistenza a lungo termine, non si limitano a nessun luogo, poiché questa commedia drammatica esistenziale spesso ci affascina solo nella costruzione del mondo. Mastandrea ci invita a considerare la struttura della sua immaginazione prima di trasmetterne le regole, conferendo all’esperienza un’attraente stranezza. La prosa diventa poetica quando gli interni di accoglienti cliniche sanitarie – conosci quelle, piene di luci fluorescenti e design antisettici – lasciano presto il posto a motivi surrealisti. Potenti raffiche di vento, improvvisamente forti come un uragano, soffiano senza preavviso, mentre molte anime perdute sfidano le convenzioni della loro specie muovendosi liberamente per il mondo.

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Il problema è che non hanno un posto dove andare, quindi seguiamo le nostre orme mentre lui osserva in silenzio il suo corpo prima di parlare con molti dei suoi vicini che condividono la stessa situazione. “Non possiamo fare altro che aspettare”, dice uno di loro, trasmettendo una melodia che collega sia i vecchi dai capelli grigi che il Giovane Turco, pur smentendo le vibrazioni più interessanti del film. Il nostro eroe e i suoi coetanei, interpretati da artisti del calibro di Lino Musella e Laura Morante, vivono come personaggi in un sogno, la loro presenza minaccia costantemente le possibilità condivise di morte e guarigione. Se le loro condizioni peggiorano o migliorano, il risultato finale è lo stesso: promette l’obliterazione immediata e irreversibile di questo mondo semi-umano modellato dal sonno.

Questa possibilità astratta diventa più urgente con l’arrivo di un nuovo paziente e di un’anima perduta. Parla con un accento, ostenta l’energia della star argentina Dolores Fonzi (“Paulina”) e non accetta in alcun modo i vincoli imposti dal suo nuovo stato liminale. Non crederesti che i due si innamorino rapidamente – o qualunque sia l’approssimazione più vicina all’amore – il che solleva un ulteriore problema quando le loro circostanze prendono svolte opposte.

Lavorando su una sceneggiatura scritta insieme a Enrico Audinino, Mastardrea fa emergere le più ampie possibilità simboliche della sua premessa, portando questo schema a sostenere tutte le forme di dolore esistenziale. Sebbene gli spiriti siano in grado di interagire tra loro e siano liberi di vagare, non possono comunicare con chi è al di fuori della loro condizione – ad eccezione di un musicoterapista sordo, interpretato dal comico locale Giorgio Montanini – e questo crea ulteriore risonanza una volta che l’eroe prende il suo nuovo amore per visitare suo padre, che soffre di demenza. I due stanno davanti all’uomo più anziano come fantasmi reali e metaforici, vicini l’uno all’altro ma separati da un abisso metafisico insormontabile. Il fatto che la scena sembri evocare la storia familiare del regista non fa altro che aumentare la tristezza, suggerendo un’espressione più ricca di questi temi.

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Ma il regista opta per un punto di vista più astratto, mantenendo per lo più gli sfondi dei personaggi sfocati per enfatizzare la stranezza visiva del qui e ora. Collaborando con il direttore della fotografia Guido Michelotti, Mastredria compone inquadrature per evidenziare questa contraddizione metafisica, spesso ritornando a riprese dalla prospettiva di Dio che mettono il biologo contro il signor Inpetoine e tutti i suoi complici. Il film si libra letteralmente in una sequenza tardiva che vede l’eroe catturato da una mortale raffica di vento, spinto verso il cielo e spinto verso l’eternità da forze al di fuori del nostro controllo, il tutto a fronte di un focus conclusivo sulla memoria che invita a paragoni con Life After Death di Hirokazu Koreda. .

Sebbene “Nonostanti” non operi allo stesso livello del capolavoro di Corrida del 1998, ruota comunque attorno a conclusioni simili, riconoscendo che il desiderio artistico di catturare e commemorare i ricordi è legato alle emozioni solitamente manifestate nella tristezza. “Possa la loro memoria essere una benedizione”, diciamo, e abbiamo il potere di agire in base a questo riconoscendo che una voce calma può continuare a risuonare finché possiamo ascoltarla e condividerla – e Mastandrea incarna lo stesso sentimento qui. Mastandrea ammette che il cinema non è ancora un balsamo per i morti, ma in attesa che arrivino finalmente gli alchimisti Quale Il problema è che la cosa migliore che possiamo fare è rubare momenti nel tempo.

Voto: C+

“Nonnostant” è stato presentato in anteprima al Festival del cinema di Venezia del 2024 ed è attualmente in cerca di distribuzione negli Stati Uniti.

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By Graziella Fazio

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