Un tuffo nella storia: il relitto di Gallipoli è aperto al pubblico

Enormi scafi di potenti navi da guerra accolgono i subacquei al largo della costa occidentale della Turchia, a testimonianza della battaglia della prima guerra mondiale in cui sono nate le nazioni ed è ora un museo sottomarino.

L’HMS Majestic della Royal Navy britannica è solo uno dei 14 naufragi su Gallipoli, la penisola che era un cimitero navale risalente all’antichità.

Mentre gli Alleati alla fine vinsero la guerra, i loro sacrifici nella battaglia del 1915 furono un momento cruciale nella formazione della coscienza nazionale nella moderna Turchia, Australia e Nuova Zelanda.

“È come una macchina del tempo che ti riporta al 1915 e alla prima guerra mondiale”, afferma Savas Caracas, il subacqueo e documentarista che è stato il primo ad esaminare i relitti quando sono stati aperti al pubblico questo mese.

“Ho pensato al momento in cui sono annegati e tu senti le pressioni della guerra.”

La Turchia vuole che Gallipoli sia la nuova destinazione per i subacquei che cercano di connettersi con gli eventi che hanno plasmato il mondo attuale.

“Ora Gallipoli è un’alternativa”, ha detto Caracas. “Questa è storia e ogni naufragio è come una medaglia sul petto”.

La battaglia iniziò il 25 aprile 1915, mettendo le forze alleate di Francia, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda contro gli Ottomani e la Germania.

Si arresero dopo quasi nove mesi di una guerra estenuante in cui furono uccise più di 100.000 persone da tutte le parti, secondo varie stime.

“Mi sono immerso nei resti con un australiano: un naufragio che potrebbe non significare molto per noi lo ha incuriosito”, ha detto l’istruttore subacqueo Erkan Zebek.

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– Tiene la mano del nonno –

“C’è stata storia e tesori sott’acqua per più di 100 anni”, ha detto. “La comunità subacquea era curiosa.”

“Puoi davvero sentire l’odore della storia sopra l’acqua”, ha detto all’AFP Derya Kahn, che ha stabilito diversi record di apnea, all’inaugurazione del parco acquatico.

Per il regista di Caracas, questa storia è anche personale perché il suo nome Savas (che significa “guerra” in turco) onora la campagna di Gallipoli, dove fu ferito suo nonno.

“Quando mi immergo, ricordo questa mano. L’acciaio inossidabile sembra la mano che è stata bruciata dai proiettili di quelle navi, quindi è come tenere la mano di mio nonno”.

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