Le autorità italiane hanno arrestato tre trafficanti di esseri umani tunisini che gestivano un’estesa e costosa rotta di contrabbando per attraversare il Mediterraneo. Giornale rivelato giovedì 17 agosto.
La politica operativa standard della maggior parte dei trafficanti di esseri umani in Tunisia e Libia prevede di imballare barche economiche, vecchie e piccole (e talvolta anche barche) con quanti più migranti possibile e poi inviarli a destinazioni al di fuori delle acque africane. I contrabbandieri di solito tornano in Africa su una barca separata, ma non prima di aver preso il motore del migrante per riutilizzarlo nella corsa successiva, lasciando le povere anime bloccate e sperando in un salvataggio. Sanno che non c’è bisogno di portarli oltre: le ONG di ricerca e salvataggio sono solitamente nella zona per portare i migranti in Europa.
Questa è la norma per i migranti, con solo 2000 dinari (600 euro) rimasti per il viaggio, il prezzo abituale per questo metodo di attraversamento estremamente pericoloso dalla Tunisia. Ma una recente cattura da parte della Guardia Costiera italiana ha dimostrato che ci sono opzioni molto più sicure al giusto prezzo.
Tre trafficanti di persone arrestati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al largo della costa siciliana lo scorso fine settimana hanno portato 31 migranti a bordo del loro peschereccio ben attrezzato fino a raggiungere le acque italiane. I tre hanno quindi caricato il loro carico su due barche, rimorchiato l’intero viaggio dalla “nave madre” e allertato la Guardia Costiera dei “pescatori”, aspettandosi che le autorità raccogliessero i migranti che si dibattevano in mare. E che i bravi pescatori tornino a casa in pace.
Gli arresti dello scorso fine settimana non sono la prima volta che gli italiani affrontano la pratica.
Arrivati sul posto, la Guardia Costiera ha confermato i loro sospetti: i migranti erano in condizioni fisiche migliori di quelle che sarebbero state se fossero stati sulla barca per diversi giorni. Foto e video trovati sui telefoni dei migranti hanno dimostrato senza ombra di dubbio che avevano trascorso l’intero viaggio a bordo e si erano trasferiti sulle barche poco prima che fosse inviato il segnale di soccorso.
Secondo un articolo di una rivista italiana sull’incidente, questa opzione di viaggio di solito costa circa 8.000 dinari tunisini (2.400 euro) a persona, e solo gli immigrati benestanti possono permettersela. Ciò significa che i tre uomini si aspettavano di guadagnare € 74.000 per questo singolo viaggio (meno crociere e carburante) prima che i loro piani venissero ridotti. Invece di tornare e prepararsi per un’altra corsa, i tre rapitori languiscono in una cella ad Agrigento, in Sicilia, in attesa di processo.
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