HomeEconomySecondo uno studio, l’industria marittima italiana supera i 29 miliardi di dollari

Secondo uno studio, l’industria marittima italiana supera i 29 miliardi di dollari

Altagama conosce il significato del lusso, soprattutto del lusso italiano. Dal 1992, la Fondazione studia i marchi italiani di alta gamma nei settori della moda, design, gioielleria, alimentare, ospitalità, automobilistico, nautica e benessere. La sua missione è aumentare la competitività dell’industria del lusso e contribuire alla crescita economica in Italia.

Uno studio Altagamma-Deloitte sull’industria marittima italiana, pubblicato il 25 giugno 2024, ha rivelato che l’industria è cresciuta tre volte più velocemente del PIL italiano tra il 2012 e il 2022 e che il suo impatto complessivo è 2,7 volte quello diretto, ovvero sei volte. Maggiore del suo impatto sull’occupazione.

Lo studio presentato da Giovanna Vitelli, Vice Presidente Marine di Altagama, e Tommaso Nastasi, Senior Partner di Deloitte, ha sottolineato le misure che il settore potrebbe intraprendere per aumentare ulteriormente questi numeri. Presente anche il presidente di Altagama Matteo Lunelli. Vitelli è anche Presidente del Gruppo Azimut Benetti, uno dei principali costruttori di yacht in Italia e nel mondo.

Industria nautica italiana

Non solo la nautica da diporto è un’enorme forza economica in Italia, ma impiega anche 157.000 persone. Osservando il settore con particolare attenzione alle opportunità di crescita e alla sua catena del valore, ci sono alcuni numeri interessanti che influenzano la discussione.

La produzione italiana di nuove costruzioni rappresenta il 50% del portafoglio globale di superyacht. Si pensi ai servizi professionali che richiedono elevate conoscenze e competenze tecniche, generano 11,4 miliardi di euro (12,2 miliardi di dollari) e coinvolgono più di 54.000 dipendenti, direttamente, indirettamente e in funzioni satellite.

La nautica da diporto e il turismo marino hanno un’attrazione che genera 16,3 miliardi di euro (17,5 miliardi di dollari) e 103.000 persone per il settore. Si affacciano sulla scena internazionale gli yacht e le eccellenze produttive nei refit, che rappresentano un terzo della spesa turistica del pianeta.

Il rapporto conclude che una delle principali aree di espansione per la nautica da diporto ruota attorno allo sviluppo dei porti turistici. Dall’analisi è emerso che solo il 30% dei posti barca disponibili in Italia sono situati in marine in grado di accogliere yacht e superyacht con adeguate dotazioni tecniche e interessanti opportunità turistiche.

Gli yacht più grandi hanno un impatto maggiore sulla terraferma

Dallo studio è emerso che gli yacht di lunghezza superiore a 18 metri rappresentano il 65% dell’impatto economico totale, di cui l’80% nel settore della cantieristica navale. Questo settore, pur rappresentando solo il 2% degli yacht che visitano l’Italia, genera il 55% del valore successivo derivante dall’utilizzo degli yacht.

Inoltre, la spesa a terra relativa ai grandi yacht, di cui solo il 6,5% batte bandiera italiana, è in media 26 volte maggiore rispetto alla media del settore marittimo. L’analisi ha rivelato che i grandi yacht registrati in Italia, gestiti da italiani, e che visitano la costa per almeno 10 settimane all’anno, apportano un contributo totale di 1,6 milioni di euro (1,7 milioni di dollari). Incoraggiare più yacht a visitare avrà evidenti vantaggi.

Nel 2022, la flotta mondiale di superyacht, compresi quelli sopra i 24 metri di lunghezza, ha raggiunto i 6.400. Circa il 30%, ovvero 2.000, ha visitato le coste italiane. Questo segmento di superyacht costituisce il segmento di spesa più elevato in diverse categorie merceologiche, con yacht di lunghezza superiore a 24 metri che spendono tra € 10.000 e € 100.000 (da $ 11.000 a $ 108.000) e yacht di lunghezza superiore a 60 metri che spendono cinque volte tale importo.

Raccomandazioni di Tagama

L’organizzazione, presentata da Joanna Vitelli, propone di lavorare per allineare le aliquote Iva sul noleggio di yacht a quelle imposte dal turismo e dagli alberghi. Hanno inoltre proposto di aggiornare regolamenti e procedure per incoraggiare una registrazione più aggressiva della bandiera italiana.

A proposito di Tagama

L’organizzazione vanta un impressionante elenco di membri, che comprende marchi da Alfa Romeo e Brioni, a Gucci, Riva e Versace, con un elenco di partner che comprende nomi prestigiosi come American Express, Bain & Co, JP Morgan e Pirelli.

Ogni anno, il gruppo effettua ricerche su otto aree, rilasciando rapporti di studio completi solo ai membri, con riassunti e schemi distribuiti ad altri. I rapporti si basano sulla domanda e sull’offerta con uno sguardo approfondito al consumo, alla profilazione dei consumatori, al digitale, alla vendita al dettaglio e alle specifiche del prodotto, arrivando a preziose previsioni e analisi per i marchi di vendita al dettaglio di lusso in tutto il mondo pur rimanendo ambasciatori costanti dello stile italiano.

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Orsina Fiorentini
Orsina Fiorentini
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