Come descritto da Jeff Isaacs, il procuratore statunitense che ha condotto un’indagine durata cinque anni sulla frode, la frode è iniziata con i banchieri di una filiale del Credit Lyonnais nei Paesi Bassi, ma è continuata con i dirigenti in Francia.
Parretti era un grande conoscitore dei pettegolezzi di Hollywood. Dopo aver preso il controllo della MGM, ha rilasciato un comunicato stampa in cui affermava che l’obiettivo era quello di diventare “il più potente gruppo di comunicazione euro-americano degli anni ’90”. È apparso anche ad un evento stampa con un vero leone. Parsons ride mentre ricorda l’incidente: “Eravamo in questa piccola sala conferenze, e questo è il leone che ha spaventato a morte tutti – compreso Parretti. Il terapista diceva: ‘Non preoccuparti, non ha denti!’ Penso che il leone fosse così drogato, era ridicolo.
Parsons ricorda anche che Parretti cercò di convincere un giornalista di Variety a sostenere che la scrivania nel suo ufficio era l’ufficio originale del co-fondatore della MGM Louis B. Mayer. Un giornalista di Variety, che era nel settore, ha detto a Baretti che in realtà non era così. “Pareti picchiava sulla scrivania e diceva in un inglese stentato: ‘No, no, no!’ ‘Questo è l’ufficio di Louis B. Mayer!'” Secondo Parsons e Yemandjian, il disastro alla MGM è stato “istantaneo”. una volta che Parretti è subentrato. “Questa era la definizione di caos”, dice Yemandjian.
Parretti licenziò decine di dipendenti della MGM. Parsons ricorda che al direttore finanziario fu consegnata una scatola di buste, ciascuna contenente lo stipendio finale delle persone selezionate per il licenziamento. “La prima busta che scelse era la sua”, dice Parsons. “Le cose andavano più o meno così.” Parretti ha assunto la figlia 21enne come direttore finanziario e ha messo sul libro paga tre bellissime modelle.
Forse la cosa più schiacciante era il fatto che la MGM non stesse girando alcun film. Il tentativo di Parretti di vendere i diritti televisivi all’estero dei film di James Bond – di cui la MGM era il distributore – ha anche spinto il produttore di Bond Coby Broccoli a intentare una causa contro lo studio.