Quartetto italiano sulla buona strada per costruire impianti di idrogeno verde

I militari italiani Edison, Snum, Sybem e Alborne Hydrogen hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) per lo sviluppo congiunto di un progetto di idrogeno verde nel sud Italia.

Lo sviluppo della Paclia Green Hydrogen Valley è stato descritto da Edison come uno dei primi sforzi su larga scala per produrre e trasportare idrogeno verde in Italia.

Secondo Edison, il progetto mira ad accelerare l’adozione dell’idrogeno verde, una delle componenti chiave della strategia di decarbonizzazione dell’UE nel mix energetico italiano, e a garantire il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei climaticamente neutri entro il 2050.

Il progetto Buchlia prevede la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno verde a Brindisi, Toronto e Serinola con una capacità totale di 220 MW e una potenza fotovoltaica totale (PV) di 380 MW.

Edison ha detto che è stato stimato che una volta che i tre impianti saranno entrati in funzione, saranno in grado di produrre circa 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile ogni anno.

Questo idrogeno verde deve essere principalmente iniettato o miscelato con alcuni gas nella rete locale del gas di Snam.

È già in corso l’iter di approvazione del progetto di Brindisi, in cui l’impianto di produzione di idrogeno verde mediante elettrolizzatori da 60 MW di capacità sarà gestito da un parco fotovoltaico.

Edison ha anche affermato che un impulso dietro l’intero progetto Buglia è stato la fidelizzazione dei principali attori regionali, tra cui l’Azienda dell’Acqua Aquito Buglis, la Ferrovia Apollo Lucana, i Distretti tecnico-manifatturieri della regione, il Politecnico di Bari e le Università di Bari. Fozia e Celando.

Inoltre, il progetto mira a incoraggiare gli investimenti in ricerca e sviluppo volti a sviluppare e migliorare le capacità e la catena di produzione dedicata all’industria dell’idrogeno a Buglia.

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Per l’attuazione del piano, gli azionisti Edison, Snm e Alborne dovrebbero costituire una società di scopo con una quota del 30% ciascuno, mentre Saibem sarà azionista del 10%.

Tuttavia, ciò accadrà solo se gli accordi vincolanti, che devono ancora essere negoziati, saranno firmati.

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