Dopo una lunga esperienza a sostegno della cooperazione allo sviluppo in diversi paesi africani, tra cui Tunisia, Egitto, Etiopia ed Eswatini, ho pensato che il nuovo progetto che avrei avviato ad agosto 2019 in Ruanda avrebbe rappresentato una nuova esperienza stimolante e interessante. Mi sbagliavo. Era molto di più.
Ho avuto l’opportunità di supervisionare un’iniziativa innovativa per sostenere gli investimenti verdi privati italiani in Ruanda per conto del Global Green Growth Institute (GGG). Il progetto si inquadra in un più ampio accordo di attuazione del Memorandum of Understanding (MoU) tra i Ministeri dell’Ambiente italiano e ruandese firmato nel 2016 per un periodo di cinque anni. L’obiettivo generale del protocollo d’intesa è sostenere il Ruanda nell’area del cambiamento climatico, della vulnerabilità, della mitigazione e dell’adattamento.
Perché significa così tanto per me?
Innanzitutto, mettere insieme i due principali motori dell’economia, le imprese e il settore privato, è una situazione vantaggiosa per tutti.
La seconda caratteristica che rende unico questo progetto secondo me è il paese in cui il progetto viene realizzato: il Ruanda. Lo sviluppo economico e sociale a cui il Paese ha assistito negli ultimi anni è impressionante. Per citare alcuni esempi: crescita media del 7,6% negli ultimi anni; Sforzi continui ed efficaci per promuovere il Ruanda come un’attraente destinazione d’affari e di investimento; Ottimo track record nella facilità di fare affari come mostrato in Doing Business 2020, il Ruanda è al secondo posto a livello continentale; livello di corruzione molto basso; Particolare attenzione alla parità di genere e all’empowerment delle donne. Tutto questo è inquadrato all’interno della “Strategia nazionale per la trasformazione (NST1 2017-2024)” e “Vision 2050”, che sono strategie di sviluppo molto ambiziose volte a trasformare l’economia ruandese e aspiranti a raggiungere la fascia di reddito medio-alta entro il 2035 e oltre. Situazione reddituale entro il 2050.
Il terzo aspetto di questo progetto è la caratteristica trasversale di questa strategia, che dimostra il forte impegno del governo per la crescita verde e le questioni ambientali.
Il governo ruandese ha sempre prestato grande attenzione alla tutela dell’ambiente e alla lotta agli effetti dei cambiamenti climatici, nonché alla promozione di strategie e politiche per favorire gli investimenti verdi nel Paese.
Vorrei fare tre esempi concreti.
Nel settore energetico: Negli ultimi 10 anni, l’accesso all’elettricità in Ruanda è aumentato notevolmente grazie a un ambizioso piano di investimenti ea un mix equilibrato di fonti energetiche. L’obiettivo è coprire il 100% della popolazione entro il 2024 con l’elettricità off-grid che raggiunge il 48% delle famiglie e il 52% attraverso la rete. Ciò aumenterà e faciliterà gli interventi off-grid, siano essi sistemi di micro-grid o installazioni di sistemi solari domestici, in aree remote e difficili da collegare alla rete.
Nell’agosto 2019, il governo ha adottato una legge che vieta la produzione, l’importazione, l’uso e la vendita di borse di plastica Plastiche monouso. Questa legge è un’estensione della legge che vieta i sacchetti di plastica emessa nel 2008 come prima iniziativa nella regione.
Questo nuovo regolamento ha portato le aziende a modificare e identificare nuovi materiali che possono sostituire la plastica come bambù e carta e spingerà il mercato a lavorare su alternative utilizzando materiali locali. A questo proposito, il Ruanda può essere un pioniere nell’identificazione di alternative alla plastica in collaborazione con partner internazionali.
Il governo ruandese è inoltre particolarmente attivo nell’incoraggiare gli investimenti nel settore mobilità elettrica Di recente ha presentato una strategia con opportunità tangibili per l’assemblaggio di veicoli elettrici e incentivi per importare veicoli elettrici.
In questo quadro e in un contesto così appropriato, l’obiettivo immediato del progetto è stato quello di creare un ponte tra l’Italia e il Rwanda e di far conoscere le opportunità attuali e future. Come primo passo, il progetto ha condotto un’analisi completa delle opportunità di business offerte in Ruanda e ha identificato i settori chiave per i potenziali investimenti italiani.
Tuttavia, la diffusione della pandemia di Covid-19 ha influito sull’attuazione del progetto e abbiamo dovuto riconfigurarlo di conseguenza. È stato cancellato il B2B in Ruanda che si terrà a marzo 2020. Le restrizioni ai viaggi hanno impedito agli imprenditori di recarsi in Ruanda per il resto del 2020. Ma come ha detto Galileo Galilei: “Dietro ogni sfida, c’è un’opportunità”. Così, un progetto che sarebbe stato un fallimento, ha trovato la sua soluzione: il mondo virtuale: grazie ai tanti webinar organizzati nel 2020 e nel 2021, è stato infatti possibile avvicinare l’Italia e il Rwanda e facilitare molti contatti sia a livello istituzionale che imprenditoriale livello L’attività è in molti settori, come energia, edilizia, agroalimentare, tessile e turismo. Sia l’ambasciatore ruandese che quello italiano sono stati di grande sostegno e il loro impegno e impegno personale è stato molto apprezzato. Il numero di partecipanti a ciascun webinar è stato molto elevato (con una media di 160 persone e più di 200 partecipanti da entrambi i paesi) e ha superato le aspettative più ottimistiche.
Questa metodologia ha mostrato un impatto positivo sull’attuazione del progetto, ha ricevuto molti commenti positivi dai partecipanti e dovrebbe rimanere una componente importante del progetto.
Se, infatti, verrà realizzata una seconda fase del progetto nell’ambito del nuovo accordo di cooperazione con il Ministero per le Trasformazioni Ambientali – MiTE, consentirà il passaggio ad una fase più operativa basata sui vincoli creati e tradotti da il grande interesse di molti imprenditori italiani per risultati tangibili. Il suddetto B2B rimane un evento molto promettente per il forte interesse e la crescente domanda degli operatori del settore privato. Potrebbe svolgersi alla fine del 2021 o nel primo trimestre del 2022. In vista di questo storico evento, sarà importante lavorare in stretta collaborazione con tutti i potenziali stakeholder e con l’Agenzia per il Commercio Estero (ITA), che ha aperto il suo ufficio a Kigali nel gennaio 2020
Inoltre, si propone di considerare i seguenti aspetti:
In primo luogo, la forte partecipazione di partner sia italiani che ruandesi, nonché fondazioni, associazioni del settore privato, associazioni professionali, aziende private e società civile quanto necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati. Si raccomanda di intensificare la comunicazione con il MiTE e gli altri stakeholder italiani, per identificare potenziali investitori italiani e per implementare la cooperazione bilaterale. A questo proposito, vale la pena notare le eccellenti relazioni stabilite tra GGGI e le parti interessate del Ruanda, in particolare da REMA, PSF e RDB.
Inoltre, durante l’implementazione del progetto, è stato riscontrato che esiste ancora un basso livello di conoscenza e comprensione della green economy. Nell’ambito della prevista fase successiva dell’attuazione del nuovo MOU, le attività rivolte alle istituzioni pubbliche, al settore privato e alla società civile sullo scambio di conoscenze sui significati della green economy e su come il settore privato può trarne vantaggio in vari campi (agricoltura dovrebbe promuovere l’agroindustria, l’edilizia, il tessile, ecc.).
Tutto quanto sopra conferma che il Ruanda non è solo la terra delle mille colline, ma anche il paese delle milioni di opportunità.
Il progetto ha ottenuto risultati notevoli nel mettere il Ruanda sullo schermo radar degli investitori italiani. Ha generato una nuova comprensione del favorevole ambiente imprenditoriale e degli ambiziosi obiettivi di sviluppo del paese. Il progetto ha colmato una lacuna e ha fornito una piattaforma per il dialogo tra attori italiani e ruandesi.
Il numero e la qualità delle interazioni avviate attraverso il progetto e la conclusione dei primi contratti è molto incoraggiante e motivo di orgoglio per GGGI e tutti i partner coinvolti.
L’autore è SConsulente settore privato presso GGGI مستشار.