L’ONG italiana Meditaria ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sul ministro dell’Interno italiano Matteo Piantossi per presunta violazione delle Convenzioni di Ginevra sui rifugiati, ha detto venerdì l’organizzazione all’AFP.
Piantossi, che ha guidato gli sforzi del primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni per bloccare gli arrivi di barconi di migranti, giovedì ha pubblicato un post su X in cui l’associazione di salvataggio afferma di aver dimostrato che stava infrangendo il diritto internazionale.
“Un totale di 16.220 migranti diretti verso le coste europee sono stati trattenuti in mare da gennaio e riportati sani e salvi in Libia”, ha scritto Piantedosi.
“Questo dato testimonia l’efficacia della cooperazione dell’Italia con i Paesi migranti nella lotta ai trafficanti di esseri umani e alle morti in mare”, ha affermato.
Ma Mediterranean ha affermato che è un crimine riportare persone in Libia contro la loro volontà, chiedendo una “indagine indipendente” da parte degli avvocati della CPI all’Aja.
“La Libia è un ‘porto sicuro’, certificato dalle più autorevoli organizzazioni internazionali e dalle Nazioni Unite”, si legge in una nota di Mediterranean.
Pertanto, aggiungeva, “la cooperazione al rimpatrio dei rifugiati e degli sfollati costituisce una violazione della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo”.
La Libia devastata dalla guerra continua a essere criticata per il modo in cui tratta i migranti, con gruppi per i diritti che denunciano bande di trafficanti e trattamenti brutali all’interno dei centri di detenzione gestiti dallo stato.
È anche un importante trampolino di lancio per i migranti che fuggono dai conflitti e dalla povertà nell’Africa sub-sahariana.
Dal 2017, Roma e Tripoli hanno collaborato in un controverso accordo approvato dall’UE per addestrare e finanziare la guardia costiera libica.
Gruppi per i diritti umani affermano che le persone rimpatriate con la forza vengono trattenute nei centri di detenzione.
Piantedosi ha commesso un ‘crimine atroce’ contro 16.220 persone di cui né lui né nessun altro potrà conoscere la sorte, una volta cadute nelle mani delle guardie carcerarie”, hanno riferito i media.