BRESCIA – Il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande delle Alpi italiane, viene lentamente eroso dal riscaldamento globale, gli esperti danno meno di un secolo.
“Dalla fine dell’Ottocento ad oggi il ghiacciaio ha perso circa 2,7 km”, spiega Christian Ferrari, responsabile della Commissione Ghiacciai della Società degli Alpinisti Tridentini.
“Negli ultimi cinque anni la perdita media è stata di 15 milioni all’anno. Ma solo l’anno scorso abbiamo registrato una perdita di 139 milioni in un anno.
Ogni estate, da quattro anni, l’associazione ambientalista italiana Legambiente organizza un viaggio attraverso le Alpi per spiegare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai.
Come altri ghiacciai alpini, l’Adamello sta registrando una diminuzione delle nevicate, pari a una diminuzione del 50% entro il 2022.
Il manto nevoso è più sottile e le estati più lunghe e calde danno meno tempo al gelo.
Anche il ghiacciaio si divide, esponendo una maggiore superficie all’aria calda.
Ha inoltre esposto tracce della storia delle colline, essendo teatro di aspre battaglie tra le forze italiane e austro-ungariche durante la Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, pistole e bossoli emergono dalla neve che si scioglie.
“Abbiamo studiato le tracce del passato, abbiamo studiato le tracce del presente e riconosciamo che la tendenza non è positiva”, ha affermato il professore associato Marco Giardino, vicepresidente del Gruppo Glaciazione Italiana e professore all’Università di Torino.
“Perché i blocchi che vediamo cadere oggi trasformeranno quella parte del ghiacciaio in un ghiacciaio coperto di detriti, e questo eroderà il fianco della montagna.”
L’annuale “carovana” in montagna di Legambiente, che riunisce scienziati e ambientalisti, ha percorso negli ultimi quattro anni diversi ghiacciai.