Il primo ministro italiano Giorgia Meloni, in visita martedì alle due amministrazioni rivali della Libia, sta spingendo per affrontare la migrazione aumentando la cooperazione con i paesi nordafricani, mentre gli attivisti per i diritti umani chiedono all’Italia di smettere di finanziare le milizie libiche.
La Meloni, arrivata martedì in Libia, ha incontrato il primo ministro libico Abdul Rahman al-Tibebe e il capo del Consiglio presidenziale libico, Mohammed Yunus al-Menfi.
Secondo fonti dell’ufficio del primo ministro italiano, Meloni ha dato priorità all’immigrazione come questione chiave nel dibattito. Ha sottolineato la necessità che l’Italia e la Libia continuino sulla strada intrapresa, avendo già prodotto risultati significativi, e ha proposto un’ulteriore espansione della cooperazione in questa materia.
La Meloni ha chiesto che la Libia venga inclusa nei gruppi di lavoro del cosiddetto processo di Roma, con i primi piani concreti che verranno individuati nelle prossime settimane.
Il Processo di Roma, lanciato da Maloney la scorsa estate, mira a coordinare un’azione collettiva sulla politica migratoria, affrontando le cause profonde come i conflitti, le difficoltà economiche e il cambiamento climatico e combattendo al tempo stesso i trafficanti di esseri umani.
Nell’ultimo anno, Meloni ha facilitato attivamente il dialogo tra l’UE e la Libia, in linea con gli sforzi più ampi del governo per riformare le relazioni UE-Nord Africa, in particolare sulla migrazione.
Secondo il Viminale, gli arrivi di migranti irregolari dalla Libia in Italia nei primi mesi del 2024 sono stati almeno 8.271, in notevole diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023 quando si erano registrati 18.022 arrivi.
Tuttavia, gli esperti suggeriscono che i trafficanti libici potrebbero aver dirottato alcune partenze dall’Italia verso la Grecia, il che testimonia un forte aumento degli arrivi nelle isole greche.
Nel giorno della visita della Meloni in Libia, la ONG Mediterranean Saving Humans ha chiesto “la fine dei finanziamenti italiani alle milizie libiche” e ha condannato la complicità nelle violazioni dei diritti umani.
“Nelle prossime ore, il Parlamento italiano bloccherà il vergognoso finanziamento del regime libico volto al sequestro e alla detenzione dei migranti nel Paese, impedendo loro di cercare asilo in Europa”, ha affermato la ONG X.
“Dal 2017, questo accordo tra Italia e Libia ha esposto migliaia di donne, uomini e bambini alla morte, alla tortura e a varie forme di sofferenza”, afferma Mediterranean Saving Humans.
Per interagire con tutte le parti interessate libiche, Meloni si è recata a Bengasi per incontrare il capo dell’Esercito nazionale arabo libico, il generale Khalifa Belkasim Omar Haftar.
Fonti dell’ufficio di Meloni hanno ribadito l’impegno del primo ministro per la stabilità della Libia, compreso l’appello delle Nazioni Unite al consenso sulle prossime elezioni presidenziali e parlamentari.
La Libia è attualmente governata da due coalizioni politico-militari concorrenti: il governo di unità nazionale di Tripoli, al-Dbeibeh, sostenuto dalle Nazioni Unite, e il governo di stabilità nazionale di Bengasi, guidato da Osama Saad Hammad Saleh, sostenuto dal generale Haftar.
(Alessia Peretti | Euractiv.it)
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