ROMA (Reuters) – L'Italia è pronta a intervenire qualora si superino gli obiettivi di bilancio, ma non ne vede la necessità al momento, ha detto lunedì il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in vista della nuova serie di previsioni economiche del governo attese questa settimana.
“Se c'è qualcosa che deve essere corretto, lo correggeremo, ma sostanzialmente siamo in linea”, ha detto ai giornalisti a margine di un evento a Trieste, nel nord-est dell'Italia.
Lo scorso settembre, l’Italia ha stabilito una tendenza al ribasso nel rapporto deficit/PIL, poiché si prevede che diminuirà dal 4,3% previsto quest’anno al 3,6% nel 2025, per poi tornare al di sotto del tetto dell’Unione Europea del 3% nel 2026.
Martedì è prevista la riunione del Consiglio dei Ministri per approvare il documento economico e fiscale del Tesoro con le stime aggiornate di crescita e finanze pubbliche.
Permane incertezza sull’adozione di costosi incentivi per la ristrutturazione delle case, che hanno creato un grosso buco nei conti dello Stato nel 2022 e nel 2023.
Questi incentivi sono alla base del rapporto deficit/PIL del 7,2% dello scorso anno, che ha superato di gran lunga l’obiettivo del governo del 5,3%, e minacciano di portare l’enorme debito pubblico italiano su una traiettoria ascendente rispetto al 137,3% del PIL annunciato nel 2023.
I funzionari hanno precedentemente affermato che Roma potrebbe annunciare questa settimana una serie di stime che riflettono le attuali tendenze economiche, senza fissare nuovi obiettivi.
Tuttavia, Giorgetti ha affermato che il governo si è impegnato a raggiungere “esattamente” gli obiettivi pluriennali annunciati alla fine del 2022.
“La nostra politica è guidata dalla saggezza e dalla responsabilità”, ha affermato.
Fonti hanno affermato la scorsa settimana che il DEF taglierebbe le previsioni di crescita del PIL per quest'anno all'1% rispetto al precedente 1,2% fissato a settembre.
Per il 2025, Roma prevede ora una crescita dell’1,2%, in calo rispetto al precedente obiettivo dell’1,4%, hanno aggiunto.
Entrambe le previsioni si basano su uno scenario politico invariato e sono superiori alle previsioni della Commissione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca d’Italia, che vedono la crescita italiana inferiore all’1% in entrambi gli anni.
(Segnalazione di Giuseppe Fonti, montaggio di Philippa Fletcher)
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