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L’Italia cerca la partecipazione delle banche alla caccia alle entrate per i soldi del bilancio 2025

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L’Italia cerca la partecipazione delle banche alla caccia alle entrate per i soldi del bilancio 2025

Di Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) – L’Italia sta negoziando con le banche nazionali i termini di un contributo al finanziamento delle misure fiscali nel bilancio 2025, ha detto mercoledì il governo ai sindacati e alle lobby imprenditoriali.

“Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta lavorando su alcuni progetti mentre tratta con le banche”, ha detto al termine dell’incontro il presidente della Uil Pierpaolo Bombardieri.

L’associazione bancaria del paese, ABI, ha affermato che sta studiando misure “temporanee” per iniettare più denaro nei fondi statali, affermando che qualsiasi piano non sarebbe retroattivo e non influenzerebbe gli utili delle banche o i loro bilanci.

Roma ha innescato una svendita di titoli bancari nell’agosto 2023 annunciando un’imposta shock del 40% sui redditi delle banche a causa degli alti tassi di interesse.

Successivamente il governo è stato costretto a fare marcia indietro e alla fine ha introdotto una clausola di rinuncia, il che significa che la mossa non ha prodotto alcuna entrata.

Questa volta sembra che vogliano mettersi d’accordo con il dipartimento.

I funzionari del gabinetto del primo ministro Georgia Meloni hanno escluso una tassa sugli extraprofitti e hanno affermato di sperare di aiutare le aziende che operano in settori che beneficiano di non meglio specificate “condizioni particolarmente favorevoli”.

Ciò suggerisce che verrà chiesto aiuto anche alle istituzioni non finanziarie come i gruppi energetici.

Giorgetti ha confermato l’obiettivo di portare il deficit al di sotto del tetto del Pil dell’Ue del 3% entro il 2026, hanno aggiunto altri intervenuti alla riunione.

Quest’anno l’Italia è stata sottoposta alla cosiddetta procedura per disavanzo eccessivo da parte dell’UE, poiché il suo deficit nominale nel 2023 era pari al 7,2% del PIL.

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In aggiunta alla sfida, sarà necessario un ritmo lento ma costante di riduzione del debito e di intervento sul deficit nell’arco di quattro-sette anni a partire dal 2025, a seconda degli impegni sulle riforme e sugli investimenti strategici.

Nonostante l’impegno a colmare il divario fiscale, il governo ha detto ai sindacati che intende imporre tagli temporanei ai contributi sociali e alle tasse per i redditi medio-bassi.

Entrambe le misure sono attualmente in vigore fino a dicembre e renderle permanenti costerebbe alle casse statali 15 miliardi di euro (16,73 miliardi di dollari) all’anno.

Giorgetti ha detto che il governo non vuole fare soldi tagliando le pensioni o alzando l’età pensionabile legale.

I sindacati hanno affermato che la norma temporanea, che consente a chi ha compiuto almeno 62 anni e ha lavorato per 41 anni di andare in pensione, sarà prorogata fino al 2025.

($1 = 0,8964 euro)

(a cura di Keith Weir e Hugh Lawson)

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