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L’FBI sta indagando su presunti attacchi informatici contro le campagne presidenziali di Donald Trump e Kamala Harris. Ecco cosa sappiamo

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L’FBI sta indagando su presunti attacchi informatici contro le campagne presidenziali di Donald Trump e Kamala Harris. Ecco cosa sappiamo

corto:

L’FBI sta indagando sui presunti tentativi di hackerare le campagne di Trump e Harris.

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incolpato l’Iran.

Diverse organizzazioni mediatiche hanno riferito di aver ricevuto un file da un uomo di nome “Robert” che includeva documenti interni della campagna di Trump.

L’FBI ha avviato un’indagine sui tentativi di hacking nelle campagne elettorali di Kamala Harris e Donald Trump.

I dettagli di un presunto attacco informatico alla campagna dell’ex presidente Trump sono emersi durante il fine settimana, con i funzionari che incolpano l’Iran.

La campagna di Trump ha affermato che il presunto hack mirava a interferire nelle prossime elezioni del 2024 e a “seminare il caos” nel processo democratico americano.

Ciò avviene circa otto anni dopo le ultime elezioni americane, che sono state rovinate da interferenze straniere.

Ecco cosa sappiamo finora.

Quello che è successo?

Nel corso di alcune settimane, i media statunitensi, tra cui Politico, The New York Times e The Washington Post, hanno riferito di aver ricevuto e-mail da qualcuno che si faceva chiamare “Robert” e diceva che stava mostrando documenti interni della campagna di Trump.

Si diceva che i documenti fossero un file di ricerca sul candidato repubblicano alla vicepresidenza J.D. Vance, ma erano datati mesi prima che fosse scelto come candidato alla corsa di Trump.

Nessuno di questi media ha pubblicato quanto contenuto nei documenti interni.

chiese Politico all’uomo Chi si faceva chiamare Robert e come ha ottenuto i documenti.

Questa è stata la sua risposta:

Matt Murray, redattore capo del Washington Post, ha affermato che i media non si affretteranno a cogliere qualsiasi tentativo di hacking che potrebbe capitare loro solo perché i documenti sono etichettati come esclusivi.

Ha detto: “Tutte le testate giornalistiche in questo caso hanno fatto un respiro profondo, si sono fermate e hanno pensato a chi probabilmente aveva fatto trapelare i documenti, quali erano le motivazioni dell’hacker e se questa questione meritava di essere una vera notizia o meno”.

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