L’economia marittima italiana vale 161 miliardi di euro. Sono questi i dati emersi dall'esame del dodicesimo rapporto nazionale sull'economia del mare dell'Osservatorio nazionale dell'economia del mare Guardando e il Centro Studi delle Camere di Commercio di Tagliakarn in Unioncamere presentati al 3° Summit Nazionale sull'Economia del Mare Foro Blu In corso a Gaeta. “con ObservMare – Il nostro Osservatorio Nazionale per l’Economia Marinara con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne Come sistema camerale investiamo da oltre 14 anni nell’analisi dei dati di questa economia, convinti che lo studio del valore dell’economia marittima italiana diventi sempre più un indispensabile elemento di supporto alle politiche strategiche ed economiche del Paese. La nostra Nazione”, ha affermato Antonello Testa, Coordinatore dell'Osservatorio Nazionale dell'Economia Marinara dell'Osser Mare, aprendo il panel “Anteprima del 12° Rapporto Camera dell'Unione Nazionale”.
“L’importanza di una strategia marittima sostenibile, globale e innovativa per l’Italia” in risposta alle tensioni geopolitiche e alla crisi marittima Il Mar RossoAl centro dell'intervento Giovanni Acampora, Presidente Asonotex italianoHa elogiato il governo per aver riconosciuto le opportunità di sviluppo dell'economia marittima e ha citato il primo piano triennale per il mare, frutto dell'intensa collaborazione con il Ministro Nelo Musumeci. Acampora ha sottolineato “l’impegno del Sistema camerale e di Assonautica Italiana nel promuovere la transizione energetica sostenibile in mare, in linea con le direttive Ue” e ha annunciato che l’obiettivo del vertice è proporre un “Piano finanziario unico per l’economia dell’energia marina ”, sottolineando la necessità di investimenti strategici per il periodo 2025-2027. E a proposito del presidente di Confcommercio, Carlo Singali“Il Forum Blu sull’Economia del Mare è un evento di intelligenza strategica per la capacità di far convergere tanti sistemi economici e sociali attorno ad un fattore critico per il nostro Paese”. Sangalli ha aggiunto che il sistema marittimo italiano è in netta crescita e rappresenta circa il 9 per cento dell'economia del Paese, spiegando che “le attività marittime stanno costruendo su larga scala la nostra economia e si prevede lo saranno in futuro, alla luce dell'equilibrio tra identità, crescita e sostenibilità. Eventi come questi sono occasioni importanti, propositive ed espositive.” “Italia Nazione di Mare”.
La situazione geopolitica è stata al centro degli interventi che si sono susseguiti durante l'evento. Giuseppe Perotti BergottoIl vice capo di stato maggiore delle forze navali ha osservato: “Molte compagnie hanno deciso di non passare per Suez e di passare per il Capo di Buona Speranza con un traffico in diminuzione del 50%”. «Ciò – prosegue il sottocapo di Stato maggiore – significa una riduzione del 17 per cento delle navi che non transitano per l'Italia». Quando gli Stati Uniti cambiarono il loro pensiero strategico globale, si spostarono dal Mediterraneo al MediterraneoOceani indo-pacifici – Trasportavano anche navi, ha spiegato Perotti Bergotto. Si è creato un vuoto. I paesi nordafricani iniziarono ad acquisire navi e sottomarini e ad affermare il loro potere in quella regione, come ad esempio la Turchia. Il vice capo della Marina ha proseguito: “Come forza navale, siamo penetrati nel Mar Rosso attraverso l’operazione Aspids, che rende le attività sicure”.
Lo ha confermato, in conclusione, in una lettera, Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato all'Ambiente e alla Sicurezza energetica Diamanti Per il triennio 2024-2026, l'obiettivo principale nel settore marino sono gli investimenti per ripristinare la tutela dei fondali e degli habitat marini attraverso meccanismi di mappatura e monitoraggio, la realizzazione dei cosiddetti green ports, progetti integrati di efficienza energetica, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la riduzione dei consumi. Barbaro ha spiegato che si tratta di una serie di attività che si svolgeranno in sinergia con le finalità e gli obiettivi fissati dal Pnrr, che a loro volta si collocano nel contesto della Strategia europea.
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