Secondo i dati compilati dall’associazione di ricerca EMedia per l’Associazione Italiana Produttori Audiovisivi (APA), la spesa per la produzione audiovisiva italiana è aumentata del 20% a 1,8 miliardi di euro nel 2022, rispetto a 1,5 miliardi di euro nel 2021.
Lo studio mostra che il numero di produzioni ad alto budget in Italia è aumentato grazie ai maggiori investimenti da parte delle società televisive americane e alle agevolazioni fiscali governative volte a stimolare le riprese internazionali in Italia.
Ciò “ha generato un impatto inflazionistico sul settore”, afferma il rapporto, avvertendo dell'aumento dei costi e della scarsità di personale di produzione e di supporto. Il rapporto aggiunge che ciò “rappresenta una vera emergenza nel settore, soprattutto considerando che è probabile che continui a crescere”.
Nel complesso, il costo medio orario di produzione dei lungometraggi per le piattaforme TV e VOD è salito a 1,4 milioni di euro nel 2022, rispetto a 1,1 milioni di euro nel 2019.
Gli investimenti in film prodotti principalmente per i cinema sono raddoppiati da 263 milioni di euro a 581 milioni di euro nel periodo 2017-2022. La spesa è aumentata del 17% nel 2022 da 495 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Tra i film prodotti nel 2022 in Italia figura Emanuele Crialis enormità, Con Penelope Cruz e Francesca Archibugi ColibrìE Paolo Verzi siccità.
Il rapporto afferma che la produzione congiunta internazionale ha registrato un leggero calo, senza fornire cifre. Secondo lo studio, Francia, Germania e Regno Unito hanno coprodotto la maggior parte dei contenuti audiovisivi in Italia.
Il mercato audiovisivo italiano – che comprende TV, cinema, DVD, Blueray e streaming – ha visto i ricavi totali crescere del 6,9% a 10,8 miliardi di euro nel 2022, rispetto a 10,1 miliardi di euro nel 2021, ha affermato l’APA.
I contenuti televisivi hanno avuto la quota di mercato maggiore con ricavi pari a 7,9 miliardi di euro nel 2022, pari al 73% del mercato totale.
Allo stesso tempo, gli espositori hanno generato un fatturato di 300 milioni di euro. Il rapporto afferma che il settore è “chiaramente in ripresa ma è ancora lontano dai livelli pre-pandemia”, anche se il 2023 “promette di essere un anno di vera ripresa per il botteghino in Italia”.
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