In un'intervista a TOI Sachin ParasharAmbasciatore italiano Vincenzo de Luca Mentre l’Italia si prepara a ospitare un vertice a giugno, il G7 sta discutendo di approfondire i legami con l’Indo-Pacifico e l’India, evidente dagli sforzi di entrambi i governi per rafforzare la cooperazione in materia di difesa.
1) I rapporti India-Italia sembrano essere in viola. Entrambi i primi ministri sembrano stare bene. A cosa attribuiresti questo?
Il culmine del viaggio iniziato negli anni precedenti è il 2023. Il piano d’azione per il periodo 2020-2024, adottato per la prima volta nel 2020, definisce chiaramente priorità, obiettivi e metodi di cooperazione e introduce un solido quadro per un’ulteriore espansione delle relazioni bilaterali. a livello politico, economico e culturale.
La dichiarazione congiunta firmata dal Primo Ministro Modi e dal Primo Ministro Meloni durante la loro visita in India nel marzo dello scorso anno ha trasformato la relazione Italia-India in un “partenariato strategico”, dando nuovo slancio alla cooperazione che ora è possibile e realizzabile. Lavorare insieme in settori chiave come la difesa, lo spazio, la sicurezza informatica, la connettività, la mobilità e la transizione energetica. Possiamo infatti affermare con fermezza che il 2023 rappresenta un vero e proprio “anusmirabilis” per le relazioni bilaterali tra Italia e India.
Si sono svolte numerose visite: due del Primo Ministro Meloni, una del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, Ministri e Vice Ministri del Governo italiano hanno partecipato alle riunioni del G20, tre visite ad alto livello dei Ministri del Governo indiano in Italia (Ministro Goyal, Ministro Rajnath Singh, ministro Jaishankar). Un chiaro segnale dello slancio impresso dalla dichiarazione congiunta è il rinnovo dell’accordo di cooperazione nel campo della difesa, la finalizzazione dell’accordo su migrazione e mobilità e la dichiarazione congiunta tra le due agenzie spaziali, ASI (una italiana) e ISRO. (Indiano), per rafforzare la cooperazione in settori di reciproco interesse.
Inoltre, non dimentichiamo che il rapporto bilaterale ha beneficiato del periodo in cui sia l’Italia che l’India detengono la presidenza del G20 rispettivamente nel 2021 e nel 2023.
2) Con il rapporto rafforzato fino a diventare un partenariato strategico, la cooperazione industriale nel settore della difesa è un punto importante per entrambe le parti per discutere di coproduzione e co-sviluppo. Come vedi i due paesi che ne trarranno beneficio e come l’Italia può contribuire all’iniziativa Make in India?
Come accennato in precedenza, uno dei pilastri del partenariato strategico appena costituito è la sicurezza. Dopo aver superato le difficoltà del decennio precedente, ci sono ora le condizioni per creare una cooperazione istituzionale e industriale molto più profonda nel settore, con particolare riferimento allo spazio, ai cantieri navali e all’elettronica. Il rinnovo dell’Accordo di Cooperazione nel Settore della Difesa, infatti, fornisce finalmente un quadro per costruire concrete vie di cooperazione, anche industriale. L’accordo delinea aree di cooperazione che includono la creazione di relazioni “governo-governo” in aree di reciproco interesse, la promozione dello scambio di personale, il sostegno di iniziative imprenditoriali comprese le tecnologie per l’istruzione, la formazione e le esercitazioni e lo sviluppo congiunto. Produzione e joint venture relative a beni e servizi per la difesa legati a questioni di difesa. In linea con la logica del “Make in India”, le aziende italiane sono in prima linea nel fornire soluzioni all’avanguardia. Sono pronti a mostrare le loro soluzioni tecnologiche avanzate. Inoltre, crediamo che l’evoluzione di questa cooperazione andrà a beneficio non solo degli attori coinvolti, ma anche delle relazioni tra i due paesi e della stabilità della regione indo-pacifica, la cui importanza è chiara a tutti, soprattutto in questi tempi di crisi. aumento della turbolenza.
3) L'Italia sembra aver finalmente capito che è necessario aumentare la propria presenza nell'Indo-Pacifico, ma quanto ci vorrà prima di avere una strategia Indo-Pacifica ufficiale?
Invece di creare una propria strategia, l’Italia ha scelto di contribuire attivamente alla Strategia dell’UE per l’Indo-Pacifico di settembre 2021, attraverso la quale l’UE riconosce l’importanza di presentarsi come partner affidabile per lo sviluppo e la sicurezza dei paesi dell’Indo-Pacifico. In questo quadro, l’Italia prosegue il suo impegno per approfondire la cooperazione economica e settoriale con i Paesi della macroregione, che si estende dalla costa orientale dell’Africa alle piccole isole del Pacifico. equilibri. Insieme ai nostri partner europei, condividiamo con l’India la necessità di un Indo-Pacifico libero, sicuro e aperto, basato sullo stato di diritto, sul rispetto del diritto internazionale, sulla sovranità di tutti gli Stati, grandi e piccoli, e sulla libertà di navigazione. In linea con questa visione, l’Italia è sempre impegnata a partecipare ad esercitazioni marittime congiunte ed è attivamente coinvolta nelle missioni dell’UE dispiegate nella regione dell’Indo-Pacifico.
Una regione indo-pacifica sicura e aperta è un prerequisito per l’ulteriore sviluppo delle linee commerciali e di comunicazione che collegano il Mediterraneo esteso. Italia e India sono impegnate a rafforzare le infrastrutture, sia digitali che fisiche. È il caso del progetto Blue-Raman, che avvicina i nostri due paesi, il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, nella trasmissione digitale dei dati attraverso un sistema di cavi sottomarini. Questo è anche il caso del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC).
4) Che ruolo gioca l'Italia nell'IMEC? Teme che la crisi nell’Asia occidentale ne ostacoli il progresso?
La partecipazione dell'Italia al progetto del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) dimostra fortemente il nostro impegno per lo sviluppo della connettività Euro-Asiatica come delineato dalla Strategia dell'UE per l'Indo-Pacifico. Il progetto mira ad aprire una nuova via di connettività per merci, energia pulita e dati tra Asia ed Europa. Costituirà un ottimo collegamento tra il Mediterraneo e l'Indo-Pacifico. Per l’Italia, un paese orientato all’export con circa 7.500 km di coste e 58 porti, l’interruzione del commercio attraverso l’Indo-Pacifico è essenziale. Le aziende italiane specializzate nei settori marittimo e ferroviario sono pronte a fare la loro parte nel progetto, mentre i porti italiani hanno le caratteristiche necessarie per fungere da punti di accesso all'IMEC e all'Europa. Sebbene le attuali condizioni in Medio Oriente rendano attualmente più difficile lo sviluppo concreto del programma, il suo approccio ambizioso dà speranza per il futuro.
5) L'Italia detiene quest'anno la presidenza del G7. Come affronta la Sua Presidenza le sfide che emergono dai conflitti in Ucraina e nell’Asia occidentale, in particolare la sfida di mitigarne l’impatto sui paesi in via di sviluppo?
La Presidenza italiana del G7 punta a riaffermare le regole e i principi del diritto internazionale, capaci di garantire la coesistenza pacifica tra i Paesi e l’ONU. Rispetta la carta. Questo impegno si tradurrà in sforzi per trovare soluzioni praticabili ai conflitti attuali e garantire la stabilità nell’Indo-Pacifico salvaguardando la libertà di navigazione. L’Africa è un’altra priorità assoluta nella nostra agenda, che mira ad avviare un cambio di paradigma nell’approccio alle sfide del continente e nella cooperazione con i suoi attori, ispirati al rispetto reciproco e a un approccio più inclusivo. È questa la visione presentata dal Primo Ministro Meloni durante il recente vertice Italia-Africa tenutosi a Roma lo scorso gennaio, e incarnata nel “piano matte” per l'Africa.
Anche l’intelligenza artificiale rientra tra le priorità nell’agenda del presidente italiano del G7. Un meccanismo di governance globale per questo fenomeno, progettato per rispettare la dignità umana, deve riflettere profondamente sulle sue potenziali conseguenze per le relazioni internazionali, in particolare nella sfera geostrategica.
Infine, il cambiamento climatico e la transizione energetica sono considerate le sfide più urgenti che colpiscono soprattutto i Paesi in via di sviluppo. È chiaro che la Presidenza italiana del G7 mira a portare avanti molte delle priorità della Presidenza indiana del G20, sulla base degli ottimi risultati raggiunti lo scorso anno. Credo che questa sia l’ennesima prova della profondità del partenariato tra i nostri due paesi, che si estende oltre i confini delle relazioni bilaterali.
1) I rapporti India-Italia sembrano essere in viola. Entrambi i primi ministri sembrano stare bene. A cosa attribuiresti questo?
Il culmine del viaggio iniziato negli anni precedenti è il 2023. Il piano d’azione per il periodo 2020-2024, adottato per la prima volta nel 2020, definisce chiaramente priorità, obiettivi e metodi di cooperazione e introduce un solido quadro per un’ulteriore espansione delle relazioni bilaterali. a livello politico, economico e culturale.
La dichiarazione congiunta firmata dal Primo Ministro Modi e dal Primo Ministro Meloni durante la loro visita in India nel marzo dello scorso anno ha trasformato la relazione Italia-India in un “partenariato strategico”, dando nuovo slancio alla cooperazione che ora è possibile e realizzabile. Lavorare insieme in settori chiave come la difesa, lo spazio, la sicurezza informatica, la connettività, la mobilità e la transizione energetica. Possiamo infatti affermare con fermezza che il 2023 rappresenta un vero e proprio “anusmirabilis” per le relazioni bilaterali tra Italia e India.
Si sono svolte numerose visite: due del Primo Ministro Meloni, una del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, Ministri e Vice Ministri del Governo italiano hanno partecipato alle riunioni del G20, tre visite ad alto livello dei Ministri del Governo indiano in Italia (Ministro Goyal, Ministro Rajnath Singh, ministro Jaishankar). Un chiaro segnale dello slancio impresso dalla dichiarazione congiunta è il rinnovo dell’accordo di cooperazione nel campo della difesa, la finalizzazione dell’accordo su migrazione e mobilità e la dichiarazione congiunta tra le due agenzie spaziali, ASI (una italiana) e ISRO. (Indiano), per rafforzare la cooperazione in settori di reciproco interesse.
Inoltre, non dimentichiamo che il rapporto bilaterale ha beneficiato del periodo in cui sia l’Italia che l’India detengono la presidenza del G20 rispettivamente nel 2021 e nel 2023.
2) Con il rapporto rafforzato fino a diventare un partenariato strategico, la cooperazione industriale nel settore della difesa è un punto importante per entrambe le parti per discutere di coproduzione e co-sviluppo. Come vedi i due paesi che ne trarranno beneficio e come l’Italia può contribuire all’iniziativa Make in India?
Come accennato in precedenza, uno dei pilastri del partenariato strategico appena costituito è la sicurezza. Dopo aver superato le difficoltà del decennio precedente, ci sono ora le condizioni per creare una cooperazione istituzionale e industriale molto più profonda nel settore, con particolare riferimento allo spazio, ai cantieri navali e all’elettronica. Il rinnovo dell’Accordo di Cooperazione nel Settore della Difesa, infatti, fornisce finalmente un quadro per costruire concrete vie di cooperazione, anche industriale. L’accordo delinea aree di cooperazione che includono la creazione di relazioni “governo-governo” in aree di reciproco interesse, la promozione dello scambio di personale, il sostegno di iniziative imprenditoriali comprese le tecnologie per l’istruzione, la formazione e le esercitazioni e lo sviluppo congiunto. Produzione e joint venture relative a beni e servizi per la difesa legati a questioni di difesa. In linea con la logica del “Make in India”, le aziende italiane sono in prima linea nel fornire soluzioni all’avanguardia. Sono pronti a mostrare le loro soluzioni tecnologiche avanzate. Inoltre, crediamo che l’evoluzione di questa cooperazione andrà a beneficio non solo degli attori coinvolti, ma anche delle relazioni tra i due paesi e della stabilità della regione indo-pacifica, la cui importanza è chiara a tutti, soprattutto in questi tempi di crisi. aumento della turbolenza.
3) L'Italia sembra aver finalmente capito che è necessario aumentare la propria presenza nell'Indo-Pacifico, ma quanto ci vorrà prima di avere una strategia Indo-Pacifica ufficiale?
Espandere
Una regione indo-pacifica sicura e aperta è un prerequisito per l’ulteriore sviluppo delle linee commerciali e di comunicazione che collegano il Mediterraneo esteso. Italia e India sono impegnate a rafforzare le infrastrutture, sia digitali che fisiche. È il caso del progetto Blue-Raman, che avvicina i nostri due paesi, il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, nella trasmissione digitale dei dati attraverso un sistema di cavi sottomarini. Questo è anche il caso del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC).
4) Che ruolo gioca l'Italia nell'IMEC? Teme che la crisi nell’Asia occidentale ne ostacoli il progresso?
La partecipazione dell'Italia al progetto del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) dimostra fortemente il nostro impegno per lo sviluppo della connettività Euro-Asiatica come delineato dalla Strategia dell'UE per l'Indo-Pacifico. Il progetto mira ad aprire una nuova via di connettività per merci, energia pulita e dati tra Asia ed Europa. Costituirà un ottimo collegamento tra il Mediterraneo e l'Indo-Pacifico. Per l’Italia, un paese orientato all’export con circa 7.500 km di coste e 58 porti, l’interruzione del commercio attraverso l’Indo-Pacifico è essenziale. Le aziende italiane specializzate nei settori marittimo e ferroviario sono pronte a fare la loro parte nel progetto, mentre i porti italiani hanno le caratteristiche necessarie per fungere da punti di accesso all'IMEC e all'Europa. Sebbene le attuali condizioni in Medio Oriente rendano attualmente più difficile lo sviluppo concreto del programma, il suo approccio ambizioso dà speranza per il futuro.
5) L'Italia detiene quest'anno la presidenza del G7. Come affronta la Sua Presidenza le sfide che emergono dai conflitti in Ucraina e nell’Asia occidentale, in particolare la sfida di mitigarne l’impatto sui paesi in via di sviluppo?
La Presidenza italiana del G7 punta a riaffermare le regole e i principi del diritto internazionale, capaci di garantire la coesistenza pacifica tra i Paesi e l’ONU. Rispetta la carta. Questo impegno si tradurrà in sforzi per trovare soluzioni praticabili ai conflitti attuali e garantire la stabilità nell’Indo-Pacifico salvaguardando la libertà di navigazione. L’Africa è un’altra priorità assoluta nella nostra agenda, che mira ad avviare un cambio di paradigma nell’approccio alle sfide del continente e nella cooperazione con i suoi attori, ispirati al rispetto reciproco e a un approccio più inclusivo. È questa la visione presentata dal Primo Ministro Meloni durante il recente vertice Italia-Africa tenutosi a Roma lo scorso gennaio, e incarnata nel “piano matte” per l'Africa.
Anche l’intelligenza artificiale rientra tra le priorità nell’agenda del presidente italiano del G7. Un meccanismo di governance globale per questo fenomeno, progettato per rispettare la dignità umana, deve riflettere profondamente sulle sue potenziali conseguenze per le relazioni internazionali, in particolare nella sfera geostrategica.
Infine, il cambiamento climatico e la transizione energetica sono considerate le sfide più urgenti che colpiscono soprattutto i Paesi in via di sviluppo. È chiaro che la Presidenza italiana del G7 mira a portare avanti molte delle priorità della Presidenza indiana del G20, sulla base degli ottimi risultati raggiunti lo scorso anno. Credo che questa sia l’ennesima prova della profondità del partenariato tra i nostri due paesi, che si estende oltre i confini delle relazioni bilaterali.
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