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L’European Producers Club, che rappresenta i maggiori produttori di film indipendenti e fiction televisive in tutta l’Europa continentale, si è unito al grido di battaglia dei produttori indipendenti in Italia sull’imminente possibilità che il governo italiano riduca gli impegni di investimento nazionali nei confronti delle emittenti.
Mentre il parlamento italiano si prepara a rivedere l’attuale legislazione sui media del paese, il gruppo di lobby con sede a Parigi, che rappresenta 170 dei principali produttori cinematografici e televisivi indipendenti d’Europa, ha lanciato un “urgente” appello all’azione invitando l’Italia a “mantenere i suoi 20 % livello di impegno di investimento”, “Creare quote ambiziose per le imprese italiane e introdurre tutele del patrimonio e della proprietà intellettuale.”
L’attuale legge italiana sui media non fa altro che implementare la cosiddetta Direttiva europea sui servizi di media audiovisivi, che obbliga i servizi radiotelevisivi stranieri a investire parte dei loro ricavi in produzioni nazionali, ma lascia le forme di questo obbligo a ogni singolo Paese. La legge italiana attualmente richiede ai giganti dello streaming come Netflix e Amazon Prime di investire il 20% dei loro ricavi nazionali in produzioni europee e di spendere almeno la metà di tale importo nella produzione di contenuti italiani.
Ma il governo di destra del Paese, inaugurato nel settembre 2022, è ora in fase avanzata di revisione della legge sui media abbassando i livelli di obblighi di investimento per i fornitori di servizi di live streaming e rimuovendo altre clausole che attualmente obbligano i fornitori di servizi di live streaming a consentire agli italiani indipendenti di produttori da trattenere… Con parte dei diritti di proprietà.
In una nota, l’Associazione dell’industria cinematografica italiana (ANICA) ha chiesto di “mantenere gli attuali impegni in termini di quote di investimento e di aumentare le sottoquote relative ai contenuti italiani, in particolare al cinema, oltre a introdurre una sottoquota relativa all’animazione”.
La dichiarazione del Comitato europeo sui brevetti afferma: “L’Italia, che un tempo era in prima linea tra i paesi insieme a Francia e Portogallo nel fissare ambiziosi impegni di investimento per proteggere e rafforzare il settore produttivo indipendente, si trova ora a un bivio. Questi impegni, che sono vitali per la tutela della diversità culturale Il rafforzamento del settore audiovisivo rappresenta una sfida importante.”
“Il settore produttivo si trova di fronte alla possibilità di una diluizione che potrebbe comprometterne l’efficacia”.
“La nuova legge è in discussione in Parlamento, quindi non è stata ancora approvata”, ha detto Benedetto Habib, capo dell’Unione Italiana Produttori. diversificato“Ma penso che sia molto dubbio che si riusciranno a ottenere miglioramenti nelle revisioni che verranno formulate”, ha osservato Habib, partner della società italiana Indiana Productions.
Non c’è stato alcun commento da Netflix.