(Bloomberg) – Il governo del Primo Ministro Giorgia Meloni prevede di tagliare il deficit italiano al 2,8% entro due anni, secondo un nuovo piano fiscale che mira anche ad aumentare potenzialmente la spesa prima delle elezioni.
Con il paese che sta ora entrando in uno speciale regime di monitoraggio dell’UE per garantire che i suoi debiti diventino più sostenibili, i dati pubblicati dal Ministero delle Finanze mostrano che il deficit di bilancio è ampiamente al di sotto del limite del 3% del blocco nel 2026.
La crescita della spesa netta – un parametro attentamente monitorato a Bruxelles che misura gli aumenti annuali della spesa meno i costi degli interessi – è ancora in aumento. Il picco sarà dell’1,9% nel 2027, quando la Meloni completerà il suo mandato quinquennale e terrà le elezioni, presupponendo che la sua coalizione possa durare così a lungo.
Venerdì il Consiglio dei Ministri ha firmato il piano di finanziamento pubblico, aprendo la strada alla sua presentazione alla Commissione europea. Sono i dati a delineare le linee che il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti utilizzerà nella Finanziaria 2025, prevista per il mese prossimo.
I funzionari hanno bisogno di circa 25 miliardi di euro (28 miliardi di dollari) per coprire le varie promesse fatte agli elettori, compreso un taglio delle tasse sui salari di circa 10 miliardi di euro.
Il governo è alla ricerca di varie fonti di reddito aggiuntivo, tra cui la vendita di asset, tagli aggressivi dei costi, ritardi nelle procedure di pensionamento e qualche forma di contributo da parte di aziende che hanno beneficiato di tassi di interesse elevati.
Un miglioramento per Meloni e i suoi colleghi è arrivato dalla revisione contabile annunciata all’inizio di questa settimana, che ha portato a una misura più ampia della produzione nominale nella terza economia della zona euro.
Ciò ha ridotto significativamente il suo debito in percentuale del PIL di circa 3 punti percentuali per il 2023. Il nuovo piano mostra che rimane su una traiettoria ascendente e raggiungerà il suo picco nel 2027, più tardi di quanto previsto in precedenza.
Il deficit quest’anno dovrebbe raggiungere il 3,8%, in calo rispetto alla precedente stima del 4,3%. Per il 2025, i funzionari prevedono che il tasso scenderà al 3,3%, prima di scendere al di sotto del tetto dell’Unione Europea.
Sebbene l’Italia abbia il debito più grande in Europa dopo la Grecia, i mercati finanziari non sono stati eccessivamente preoccupati per le sue finanze.
Ciò è ancora più evidente al momento, dato l’intenso controllo in Francia, dove gli investitori questa settimana hanno iniziato a richiedere un premio di rischio più elevato sulle sue obbligazioni rispetto alla vicina Spagna.
Il rendimento aggiuntivo sui titoli italiani a 10 anni rispetto ai titoli tedeschi equivalenti – una misura del rischio italiano attentamente monitorata – è stato relativamente stabile quest’anno. È salito a 130 punti base, vicino ai livelli più bassi degli ultimi mesi.
La Meloni ha dato priorità alla durata del suo governo, esprimendo spesso la sua ambizione di restare in carica per un intero mandato, in contrasto con l’instabilità politica che affligge da tempo il Paese. Il piano di crescita della spesa indica che si ritiene che ciò sia realizzabile, anche nel contesto di una coalizione divisa.
Il mese scorso, la coalizione ha sottolineato la propria unità e determinazione a proseguire “per la durata del Consiglio legislativo” dopo un incontro che ha toccato le finanze pubbliche.
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