Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) Confermato L’Italia ha il diritto di recuperare giovedì una scultura in bronzo millenaria da un museo di Malibu.
scultura, Una gioventù di successo, risalente al 300-100 a.C. Sebbene il suo creatore non sia identificato con certezza, gli viene ampiamente attribuito Lisippo, un artista prolifico noto per le sue vivide interpretazioni della forma maschile. La Gioventù Vittoriosa raffigura un giovane con una corona d’ulivo in testa.
Secondo i documenti del tribunale, i pescatori italiani trovarono la scultura nel mare Adriatico nel 1964. Passò di mano almeno due volte attraverso vendite private nel primo anno dalla sua scoperta, poi scomparve per diversi anni, per poi riapparire a Monaco.
Il governo italiano ha chiesto più volte la restituzione della scultura. All’inizio degli anni ’70, quando scomparve, le autorità italiane accusarono gli acquirenti originali di ricettazione e manipolazione di beni rubati, insistendo sul fatto che la scultura era un oggetto archeologico di proprietà dello Stato. Le accuse sono state svelate a causa dell’apparente mancanza di conoscenza da parte degli acquirenti originali del fatto che la scultura fosse di proprietà statale e di una controversia sul fatto se la scultura fosse stata recuperata nelle acque italiane o allora jugoslave/ora croate.
Nel 1973, le autorità italiane scoprirono che la scultura era riapparsa a casa del mercante d’arte Heinz Herzer di Monaco e tentarono di recuperarla. Le autorità tedesche hanno sporto denuncia contro il mercante d’arte, ma anche queste alla fine sono fallite per mancanza di prove, portando il governo italiano ad abbandonare le indagini.
Nel 1976, il magnate americano del petrolio e collezionista di oggetti d’antiquariato Jean Paul Getty Sr. espresse interesse per l’acquisto della scultura per il suo nuovo museo, ma era diffidente nei confronti di potenziali controversie sul titolo data la sua oscura provenienza. Getty morì durante i negoziati e J. La Fondazione Paul Getty Museum acquistò la scultura nel 1977 e il titolo era chiaro, sulla base di un’assicurazione dell’avvocato italiano del mercante d’arte di Monaco: “Anche gli italiani concordano sul fatto che abbiamo un titolo chiaro per questo bronzo.
La scultura arrivò in America lo stesso anno, provocando un’altra indagine da parte delle autorità italiane. I funzionari doganali condussero un’indagine con l’Interpol, ma nel 1978 l’Italia abbandonò nuovamente il suo tentativo, concludendo che non poteva essere sequestrato agli Stati Uniti a causa della mancanza di prove e dei pedaggi dei relativi termini di prescrizione.
Nei decenni successivi, le autorità italiane si impegnarono in sforzi legali, diplomatici e amministrativi per restaurare la scultura, ma senza alcun risultato.
Poi, nel 2006, le autorità italiane furono nuovamente invitate ad agire. Quando Getty si mosse per la prima volta per acquistare il bronzo nel 1976, pensò per la prima volta di farlo in collaborazione con Thomas Hoving del Metropolitan Museum of Art di New York. Hoving si ritirò dall’accordo, 30 anni dopo. è diventato pubblico Mentre Getty attendeva l’autorizzazione scritta alla vendita da parte delle autorità italiane, la fondazione alla fine ha deciso di acquistare la scultura senza di essa.
Ciò ha portato a un lungo procedimento giudiziario in Italia, che alla fine ha portato la Corte di Cassazione a decidere che lo statuto faceva parte del patrimonio italiano indipendentemente dalla sua esatta ubicazione a causa del suo recupero da parte di una nave battente bandiera italiana. Oltre ad un’analisi storica della civiltà greca nell’attuale territorio italiano. Di conseguenza, i tribunali italiani hanno deciso che il bronzo apparteneva effettivamente al patrimonio culturale italiano ed era quindi di proprietà nazionale.
Nel luglio 2019, la procura italiana ha chiesto alle autorità statunitensi di aiutare con il sequestro. Secondo i documenti del tribunale, il procedimento legale è attualmente pendente.
Nel 2021, il Getty Trust ha segnato un record applicazione La CEDU cerca di negare il diritto di proprietà dell’Italia per vari motivi, tra cui:
RICHIEDENTI N. Denuncia ai sensi dell’articolo 1 dell’art [of the European Convention on Human Rights] La confisca della statua si basava su un quadro giuridico impreciso e imprevedibile; non perseguiva uno scopo legittimo, in quanto il bronzo era stato ritrovato in acque internazionali e quindi non faceva parte del patrimonio culturale e artistico italiano; e hanno costituito un’ingerenza sproporzionata nei loro diritti di proprietà, in particolare i ritardi e la mancanza di risarcimento da parte dello Stato.
Giovedì scorso, la CEDU ha stabilito all’unanimità che l’ordine di confisca non viola la Convenzione, sottolineando che la protezione del patrimonio culturale ai sensi della Convenzione e del diritto internazionale è un interesse legittimo, in particolare nella lotta alle esportazioni illegali e nel garantire l’accesso del pubblico all’art.
La corte ha stabilito che il trust ha agito “almeno, se negligente, in malafede” al momento dell’acquisto della scultura, date le riserve di proprietà di Getty, e ha stabilito:
La base giuridica dell’azione impugnata era sufficientemente chiara, prevedibile e conforme allo Stato di diritto, pertanto, il Protocollo n. 1 è conforme al principio di legalità ai sensi dell’articolo 1.