Gli sviluppi negli investimenti privati appaiono più incerti ma sono soggetti a potenziali sorprese positive. Mentre sembra che la componente dei macchinari continuerà a soffrire degli alti tassi di interesse e dell’attuale capacità inutilizzata nel settore manifatturiero, gli sviluppi nella componente delle costruzioni sono meno chiari. Da un lato, la combinazione tra tassi elevati e scomparsa dei superbonus avrà probabilmente un impatto negativo sulla componente residenziale. D’altro canto, la componente non residenziale degli investimenti nel settore edile sembra beneficiare dell’afflusso di fondi per la ripresa e la resilienza dell’UE. Se la quarta tranche venisse erogata a nuovi investimenti più velocemente di quanto ci aspettiamo, potrebbero esserci rischi al rialzo per le nostre aspettative di crescita.
Nonostante la sua importanza nel determinare il ritmo della crescita, il piano di ripresa nazionale non sembra essere al momento in prima linea tra le preoccupazioni dei ministri. Le cose potrebbero cambiare presto se, come ci aspettiamo, la crescita continuerà a deludere nel primo trimestre del 2024. Il divario di crescita tra l’ambiziosa previsione del governo dell’1,2% per il 2024 e gli sviluppi effettivi potrebbe aprire un gap fiscale e aumentare il senso di urgenza. Il piano di bilancio del governo, che mira a stabilizzare il rapporto debito/PIL anziché ridurlo, non lascia quasi alcuno spazio per la manovra fiscale. Pertanto, potrebbe diventare necessario dare priorità al lato degli investimenti del Fondo di risposta rapida, e la campagna per le prossime elezioni europee (previste per il 9 giugno) potrebbe fungere da piattaforma efficace per promuoverla. Un chiaro movimento in questa direzione potrebbe aggiungere rischi al rialzo alle nostre attuali previsioni di crescita del PIL dello 0,4% per l’Italia.