L’Italia è il peggior paese dell’UE in termini di prestazioni della giustizia, secondo l’indice di giustizia della Commissione europea pubblicato giovedì, che fornisce dati comparativi sulle prestazioni, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari di tutti gli Stati membri.
La recessione nella risoluzione dei processi è standard in Italia, che in media supera i 500 giorni per la prima sentenza, quasi 800 per l’appello e 1.300 per la sentenza definitiva della Cassazione.
UNSecondo il tabellone della giustizia, Il Paese è in ritardo per numero di cause pendenti e con giudici ogni 100.000 cittadini, mentre in testa alla graduatoria per numero di avvocati. La giustizia amministrativa è una delle più lente d’Europa, meglio di Malta e Portogallo.
“La riduzione degli arretrati nelle cause civili e commerciali è un importante segnale positivo”, ha affermato, tuttavia, il commissario Ue alla Giustizia Didier Reinders, aggiungendo che il periodo di attesa è ancora molto lungo e lontano dalla media europea.
Il giorno dell’uscita del rapporto, il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma dell’indagine penale proposta dal ministro della Giustizia Marta Cordobia.
Il programma prevede l’introduzione del tempo massimo per il quale deve essere celebrato il processo di seconda e terza fase, l’introduzione di alcuni limiti alle possibilità di ricorso e la codificazione di criteri espliciti e predeterminati di priorità per i processi da celebrare – cosa che è stata finora gestita solo dalle circolari interne di un singolo studio legale. (Alessandro Follis e Daniel Lettik | EURACTIV.it)