MILANO (Reuters) – Un tribunale di Milano ha revocato giovedì le restrizioni alla gestione di Uber Technologies italiane imposte lo scorso anno come parte di un’indagine sullo sfruttamento dei corridori della consegna di cibo, secondo un documento del tribunale.
Uber Eats Italy SRL, una divisione di Uber Italia, rispetta gli ordini dei giudici per migliorare le condizioni di lavoro dei motociclisti, inclusa la salute e la sicurezza, nonché le attrezzature necessarie e la protezione dalle malattie e dagli incidenti.
Il presidente della giuria ha detto a Reuters che Uber Italia aveva anche adeguato la paga dei ciclisti e ora stava pagando i suoi ciclisti più del contratto collettivo di lavoro firmato in Italia lo scorso anno. Non dirà quanto vengono pagati adesso.
“Uber Italia … può ora esprimersi con un nuovo modello di gestione nel mercato dell’approvvigionamento alimentare, che contribuirà in modo univoco a migliorare la trasparenza e la legittimità”, afferma il documento del tribunale.
Nel maggio 2020 Uber ha chiamato la supervisione giudiziaria dell’Italia, mentre i giudici hanno indagato sul caso che coinvolgeva 1.000 motociclisti, che sarebbero stati pagati tre euro l’ora per fornire cibo.
Una società posta sotto supervisione giudiziaria può continuare a operare, ma è gestita da dirigenti nominati dal tribunale anziché dal suo regolare comitato esecutivo. I dirigenti sono tenuti a inviare rapporti periodici ai giudici.
All’epoca Uber Italia dichiarava di aver messo a disposizione di ristoranti e corrieri il proprio sito Uber Eats nel pieno rispetto della legge e di aver condannato eventuali intermediari illegali.
“Il risultato di oggi è il risultato di molti mesi di duro lavoro, in cui ci sforziamo di fornire ai corrieri un ambiente di lavoro sicuro, produttivo e flessibile”, ha dichiarato giovedì Uber Italia in una dichiarazione via e-mail, che ha collaborato con i funzionari.
Mercoledì un avvocato di Milano ha chiesto l’annullamento della supervisione del tribunale, dicendo che Uber aveva soddisfatto le condizioni richieste dall’Italia.
In un caso separato, Uber Eats Italy, una delle quattro società di consegna di cibo, è stata costretta ad assumere più di 60.000 motociclisti dalla Procura della Repubblica di Milano il mese scorso.
(A cura di Emilio Barodi, Elvira Polina, Mark Potter e Susan Fenton)