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Il ministro italiano dell’Economia esclude l’imposizione di tasse aggiuntive alle banche

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Il ministro italiano dell’Economia esclude l’imposizione di tasse aggiuntive alle banche

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ROMA (Reuters) – Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato mercoledì che il governo non intende imporre tasse aggiuntive sui profitti bancari, nel tentativo di smorzare le speculazioni della stampa su nuove tasse sulle banche e su altre società.

Rispondendo ad una domanda posta nel corso di una conferenza stampa dopo la riunione del gabinetto, Giorgetti ha detto che si stava chiedendo da dove venissero queste speculazioni.

Ha aggiunto: “Le banche, come altri enti a scopo di lucro, saranno tenute a contribuire alle finanze pubbliche come tutti i residenti”.

“Tuttavia non ci sarà alcuna tassa sui profitti ‘extra’ delle banche [ordinary] “Tasse sugli utili bancari? Sì”, ha aggiunto.

Lo scorso agosto il governo italiano ha scatenato una massiccia ondata di vendite di azioni bancarie locali, quando ha improvvisamente annunciato una tassa del 40% sui profitti realizzati dalle banche grazie agli alti tassi di interesse.

L’Italia si è affrettata a invertire questa decisione, dando infine ai finanziatori la possibilità di aumentare le riserve di capitale piuttosto che pagare le tasse, lasciando intatti i piani di distribuzione agli azionisti.

Ma le speculazioni della stampa della scorsa settimana hanno suscitato una rinnovata incertezza tra gli investitori, gravando sui titoli bancari e spingendo i dirigenti bancari ad affermare che il settore aveva pagato abbastanza tasse sotto l’attuale regime.

La più grande banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha dichiarato quando ha pubblicato i risultati del primo semestre questo mese che i suoi pagamenti fiscali per il periodo ammonterebbero a 3,1 miliardi di euro, 500 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente grazie ai benefici di aliquote più elevate.

Con i tassi di interesse della zona euro che hanno raggiunto il picco del 4% lo scorso anno, le banche italiane sono state in grado di trarre profitti record dal divario tra tassi di prestito e di deposito, addebitando commissioni di credito più elevate e mantenendo i tassi di deposito in media intorno all’1%.

(Segnalazione di Angelo Amanti, scrittura di Valentina Za, montaggio di Keith Weir)

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