– Il 5 aprile le associazioni italiane dell’audiovisivo si riuniranno per presentare nuove proposte per aiutare la ripresa del settore
L’intera industria italiana dei media audiovisivi si sta mobilitando per rispondere all’emergenza. Pochi giorni fa il governo italiano ha approvato alcune modifiche al testo unico sui servizi di media audiovisivi (Tusma), aumentando le quote delle piattaforme di video on demand per impegni di investimento in opere originali di produttori italiani indipendenti. Netflix, Amazon Prime Video e altri operatori di video on demand dovranno ora destinare il 16% del loro reddito netto annuo in Italia a produzioni “europee”, una quota ragionevolmente inferiore al 20% attualmente in vigore. Tuttavia, la quota di questo investimento destinata alle produzioni “italiane” è stata aumentata dal 50 al 70%. In breve, le piattaforme di video on demand dovranno investire l’11,2% del loro reddito netto annuo in Italia in produttori italiani indipendenti, invece del 10% attuale.
Nessuna variazione per la TV lineare commerciale, insieme ad una riduzione degli impegni di investimento nella sottocategoria cinema italiano (titoli usciti negli ultimi cinque anni) dal 3,5 al 3% della quota d’impresa europea. Aumentano invece gli impegni di investimento verso le piattaforme, dal 2 al 3%.
Le associazioni dell’audiovisivo hanno inoltre chiesto sottoquote per i documentari e l’animazione, imponendo limiti temporali ai diritti ottenuti dalla televisione e dalle piattaforme, con la possibilità che i produttori indipendenti mantengano parte dei diritti sull’opera. Il Ministro della Cultura dovrebbe intervenire introducendo ampie modifiche alla legislazione sull’esenzione fiscale sugli audiovisivi, previste per l’estate del 2024.
I rappresentanti di tutti gli elementi che compongono l’industria audiovisiva italiana – che nelle scorse settimane hanno espresso seria preoccupazione per l’evoluzione delle quote di investimento dei principali broadcaster e attori globali in film, serie e documentari italiani – chiedono la riapertura del dialogo con il governo, che “ha saputo ascoltare ed è intervenuto a difesa degli investimenti nel cinema indipendente italiano nella recente revisione del Tusma”. Hanno invitato tutti i professionisti del settore ad una conferenza stampa il 5 aprile a Roma per presentare le nuove proposte per la rapida ripresa dell’intero settore.
In un comunicato stampa si legge: “Il primo trimestre del 2024 ha visto un’improvvisa cessazione della produzione cinematografica e audiovisiva, a causa dell’incertezza e dei continui ritardi nell’attuazione delle misure di sostegno pubblico al settore, da uno stato di piena operatività e di crescita significativa in tutte le sue parti del settore, ci troviamo ora di fronte ad una vera e propria emergenza con… Molte produzioni sono state rinviate o cancellate I sindacati italiani riferiscono che i livelli occupazionali sono in calo, con molti lavoratori che devono ricorrere alla cassa integrazione (NASPI) e molti sani. studi vuoti, se non per alcune produzioni straniere.”
D’altro canto, “sono aumentate le coproduzioni internazionali e il numero dei Paesi partecipanti (+51% nel triennio 2020-2022), mentre è triplicato il valore dell’export (Fonte: eMedia for Annika E Che cosaLa quota dell’Italia al botteghino 2023 è stata del 24%, seconda in Europa dopo la Francia; Tutti i principali festival internazionali hanno visto aumentare il numero di titoli italiani nelle loro selezioni ufficiali; L’Italia ha visto cinque suoi film nominati agli Oscar”.
(Tradotto dall’italiano)
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