I lavoratori portuali italiani minacciano una massiccia interruzione del Green Pass

ROMA – Un portavoce dei portuali di Trieste ha detto mercoledì che l’attività nella maggior parte dei porti italiani si fermerà venerdì se il governo andrà avanti con il suo piano per rendere obbligatorio il passaporto vaccinale del Corridoio Verde per tutti i luoghi di lavoro.
Ci sono state preoccupazioni per le catene di approvvigionamento interrotte negli ultimi giorni dal nuovo impegno, in particolare in relazione a Trieste, dove secondo quanto riferito un’alta percentuale di lavoratori portuali non è stata vaccinata contro il COVID-19.
“L’unica apertura possibile per noi è la rimozione della corsia verde”, ha detto all’Huffington Post Stefano Buzzer, portavoce dei lavoratori portuali di Trieste.
“L’assedio di venerdì è stato confermato (a Trieste) e oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo a Trieste.
“Non si fermerà nemmeno a Genova, si fermeranno quasi tutti i porti italiani. Stasera avremo la conferma”.
La corsia verde, che indica che una persona vaccinata contro il COVID-19, è guarita o è risultata negativa nei giorni scorsi, da venerdì sarà obbligatoria per tutti i luoghi di lavoro italiani.
Il Ministero degli Interni sembrava cercare di disinnescare la discussione martedì con una lettera circolare in cui affermava che i datori di lavoro in strutture chiave come i porti potrebbero offrire tamponi gratuiti ai lavoratori per consentire a coloro che si oppongono alla vaccinazione di ottenere il pass verde.
Ciò ha causato polemiche, con il segretario al lavoro Andrea Orlando che ha affermato che i test COVID non dovrebbero essere gratuiti in quanto ciò riduce l’incentivo a vaccinarsi.
L’azienda che gestisce il porto di Palermo ha detto che non pagherà i test per il coronavirus per i suoi lavoratori.
A farne le spese saranno però alcune compagnie portuali genovesi.
“Si è arrivati ​​a una situazione in cui c’è il rischio di bloccare i trasporti in Italia dal 15 al 16 ottobre”, ha detto all’ANSA Paolo Uggi, presidente dell’Unione Trasporti e Logistica, Confetrasporto.
“Non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal ministero.
“Se questa situazione continua e non si ricevono chiarimenti, può succedere di tutto.
“Stiamo valutando di invitare le aziende a fermare i loro camion”.
Martedì il governo del primo ministro Mario Draghi ha emesso alcuni chiarimenti su come l’obbligo di ottenere un passaporto per il vaccino del corridoio verde si applicherà a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati ​​quando entrerà in vigore venerdì.
Le persone che non hanno il Green Pass non potranno essere sul posto di lavoro ma non sarà possibile licenziarle dal lavoro per questo motivo.
Ogni giorno di assenza dal lavoro del lavoratore per mancato ottenimento del Green Pass verrà conteggiato come “assenza ingiustificata” e non verrà retribuito, né conterà ai contributi pensionistici o alle ferie maturate. Chi si reca in un luogo di lavoro senza il corridoio verde rischia multe comprese tra 600 e 1.500 euro. I datori di lavoro sono responsabili della verifica che i dipendenti dispongano di un Green Pass, utilizzando un’applicazione speciale fornita dal governo. I test devono essere eseguiti su un campione di almeno il 20% della forza lavoro. Le persone che non possono vaccinarsi per motivi di salute riceveranno un permesso speciale e potranno esibire un certificato medico per arrivare sul posto di lavoro in attesa di riceverlo. Il governo ha affermato che i clienti non avranno il diritto di verificare se lavoratori come tassisti e parrucchieri hanno un Green Pass e viceversa. Ha detto che oltre ai loro dipendenti, le aziende dovranno anche verificare se gli appaltatori esterni che entrano nei loro edifici hanno il certificato sanitario.

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