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Germania e Italia rivedranno gli obiettivi di CO2 « Euro Weekly News

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Germania e Italia rivedranno gli obiettivi di CO2 « Euro Weekly News

Germania e Italia hanno unito le forze per rivedere preventivamente gli obiettivi UE di emissioni di CO2 per le auto. La mossa, sostenuta dalle case automobilistiche, ha acceso il dibattito tra gli ambientalisti di tutta Europa.

L’emendamento plasmerà il futuro dell’industria automobilistica e influenzerà gli espatriati e la comunità locale, molti dei quali fanno affidamento sulle auto per gli spostamenti quotidiani all’interno dell’UE.

Cosa c’è dietro la spinta per una revisione anticipata degli obiettivi UE sulle emissioni di CO2 per le auto?

Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, si è unito all’Italia, guidato dal ministro dell’Industria Adolfo Urso, nel chiedere una revisione anticipata degli obiettivi di CO2 fissati per il 2025. Gli obiettivi attuali, che includono il divieto di vendita di nuovi veicoli con motore a combustione interna (ICE) entro il 2035, hanno sollevato preoccupazioni tra i produttori di automobili in entrambi i paesi.

Urso ha affermato che “le condizioni del mercato sono cambiate”, sottolineando l’impatto dell’attuale rallentamento economico globale e le sfide nel raggiungere obiettivi ambiziosi. Habeck ha aggiunto che gli obiettivi di CO2 dell’UE “devono essere adattati per riflettere le realtà del mercato odierno”. Ciò segna un cambiamento significativo per la Germania, un paese in prima linea nelle politiche verdi.

La motivazione del precedente emendamento suggerisce che l’industria automobilistica vuole bilanciare gli obiettivi ambientali con la sostenibilità economica. Ciò potrebbe significare una maggiore flessibilità nell’eliminazione graduale dei veicoli a benzina e diesel, a vantaggio di coloro che devono ancora passare ai veicoli elettrici (EV).

Anche se la richiesta di riforme sta guadagnando slancio, non tutti sono d’accordo. Gli ambientalisti avvertono che qualsiasi ritardo potrebbe compromettere gli obiettivi climatici dell’UE, soprattutto perché aumenta l’urgenza di affrontare le emissioni di carbonio. D’altro canto, l’industria automobilistica sostiene che è necessario un approccio equilibrato per proteggere i posti di lavoro e garantire la stabilità economica.

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