Gallio altamente tossico utile nel trattamento del cancro alle ossa: rapporto

Gallio altamente tossico utile nel trattamento del cancro alle ossa: rapporto

Grazie a una svolta medica, gli scienziati sono stati in grado di uccidere il 99% delle cellule tumorali ossee senza causare alcun danno alle ossa umane non cancerose utilizzando vetri bioattivi mescolati con gallio.

Ricercatori Trovato Primi stadi della formazione ossea dopo una settimana di incubazione di vetri bioattivi in ​​un fluido corporeo simulato.

Il gallio, una sostanza altamente tossica, viene assorbito da quelle che la ricerca descrive come “cellule tumorali avide” che finiscono per uccidersi senza causare alcun danno alle cellule sane.

L’osteosarcoma, il tumore osseo primario più comune, colpisce tipicamente bambini e giovani adulti e i tassi di sopravvivenza non sono migliorati in modo significativo negli ultimi 25-30 anni.

La ricerca suggerisce che i vetri bioattivi sono stati utilizzati per riparare e rigenerare le ossa e suggeriscono che potrebbero essere progettati per rilasciare gallio che potrebbe aiutare a curare il cancro alle ossa.

Gli scienziati sono costantemente alla ricerca di nuovi trattamenti e scoperte per il cancro. Secondo due ampi studi, recentemente è stato dimostrato che l’allattamento al seno è sicuro per le donne sottoposte a trattamento per il cancro al seno.

Le sopravvissute al cancro con il più alto rischio genetico non corrono un rischio maggiore di recidiva o di sviluppare un nuovo cancro al seno se scelgono di allattare, hanno osservato i ricercatori al meeting della Società Europea di Oncologia Medica a Barcellona.

Uno studio condotto su quasi 5.000 giovani sopravvissute al cancro al seno portatrici di una mutazione BRCA ad alto rischio ha dimostrato che 474 di loro hanno successivamente partorito e una su quattro ha allattato al seno i propri bambini. Meno della metà di loro non potevano allattare i propri figli perché i loro seni erano stati rimossi per ridurre il rischio di futuri tumori. Dopo un follow-up mediano di sette anni dopo il parto, non è stata riscontrata alcuna differenza nel numero di recidive di cancro al seno, di nuovi tumori al seno o di sopravvivenza globale tra le donne che allattavano i propri bambini rispetto a quelle che non allattavano i propri bambini.

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(Con input Reuters)

Pubblicato 20 settembre 2024, 06:59 Lo è

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