Il regista, che ha vinto la Palma d’Oro per “Pader Padrone” del 1977 e l’Orso d’Oro per “Caesar Must Die” del 2012, è una presenza cinematografica di spicco da più di tre decenni.
Il regista italiano Paolo Taviani, il suo film Signor padre Ha vinto il Gran Premio a Cannes e l’Orso d’Oro a Berlino Cesare deve morireÈ morto all’età di 92 anni, lo ha annunciato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Per più di tre decenni, Taviani e suo fratello Vittorio hanno formato una delle più grandi coppie di registi del cinema.
“Paolo Taviani, il grande maestro del cinema italiano, ci lascia”, ha detto Gualtieri a Canale X. Gualtieri ha aggiunto che i fratelli “hanno diretto film indimenticabili, profondi e impegnati, entrati nell’immaginario collettivo e nella storia del cinema”.
Secondo quanto riportato dai media Taviani è morto in una clinica di Roma dopo aver subito una breve malattia. Al suo capezzale c’erano la moglie e i due figli, ha riferito l’agenzia Anassa, precisando che lunedì (4 marzo) si terranno i funerali di Taviani.
Insieme a Vittorio, scomparso nel 2018, i coniugi Taviani realizzano insieme film sulla politica da più di mezzo secolo.
Signor padreambientato in Sardegna, ha vinto la Palma d’Oro È stato Ambientato nel 1977. Il film è un adattamento del romanzo autobiografico di Gavino Leda su un giovane pastore che sfugge al controllo tirannico di suo padre.
Un altro dei film acclamati dalla critica dei fratelli, del 2012 Cesare deve morireha vinto il premio Orso d’Oro nel Festival del cinema di Berlino.
Dopo la morte del fratello nel 2018, Paolo Taviani ha debuttato con un film da solo. Addio, LeonoraIl film, proiettato al Festival del cinema di Berlino nel 2022, esplora la morte e l’eredità degli sforzi creativi ed è basato su un’idea che i fratelli hanno avuto insieme.
Taviani è nato nel 1931 a San Miniato in Toscana. Il padre dei fratelli era un avvocato antifascista e avevano un precoce interesse per le questioni sociali, che tradussero sullo schermo con opere note per la loro miscela di storia, psicoanalisi e lirismo.
Eugenio Gianni, governatore della Toscana, ha affermato che la sua morte “lascia un vuoto che non può essere riempito, non solo nel mondo del cinema, ma nel cuore di tutti coloro che hanno condiviso le sue origini, ma anche il suo amore per questa terra”.
Risorse addizionali • Agenzia di stampa francese