Come la nuova “legge capitale” della Meloni potrebbe ritorcersi contro le imprese italiane

Come la nuova “legge capitale” della Meloni potrebbe ritorcersi contro le imprese italiane

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Dimentica l’S&P 500 e l’euforia isterica causata dall’indice statunitense che nelle ultime settimane ha sfiorato i massimi record. L'indice FTSE MIB dei 40 maggiori titoli italiani è dove si trova la vera storia del boom. Negli ultimi tre anni, il benchmark italiano ha battuto l’indice S&P 500 in termini di valuta locale. Sebbene lo S&P non abbia mai raggiunto nuovi massimi e sia sceso nuovamente a gennaio, il mercato italiano ha continuato il suo slancio al rialzo.

Anche il gonfiore è salutare. Mentre i titoli tecnologici di Magnificent Seven hanno rappresentato la maggior parte dei guadagni degli Stati Uniti, la corsa al rialzo dell’Italia è stata guidata da un’ampia gamma di società – tra cui l’appaltatore della difesa Leonardo, che ha raddoppiato la sua partecipazione nell’ultimo anno; casa automobilistica Ferrari (fino al 50%); e le banche guidate da UniCredit (+77%).

Ora il governo di Georgia Meloni promette di andare oltre per facilitare l’accesso al mercato azionario e premiare gli azionisti che investono a lungo termine. Legge sul capitale – o disegno di legge capitale – dovrebbe essere approvato in parlamento nelle prossime settimane. Queste misure daranno impulso all’economia italiana e impediranno la fuga delle aziende locali per competere per i seggi nell’UE. Soprattutto i Paesi Bassi. Dovrebbero anche beneficiare direttamente del piano di privatizzazioni del governo, che dovrebbe raccogliere 20 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

Ma invece di liberalizzare e incentivare gli investimenti nelle imprese italiane, alcune aziende e parti interessate temono che la legge possa ritorcersi contro. Gli ultimi emendamenti hanno dato un taglio protezionistico al fine di servire gli interessi degli amici di Maloney e scoraggiare gli investimenti internazionali.

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Tra le modifiche più significative c’è una disposizione che dà un forte incentivo a detenere azioni per 10 anni o più, dando a tali investitori 10 volte più diritti di voto rispetto agli azionisti a breve termine. Sebbene questa disposizione si applichi teoricamente a qualsiasi investitore, favorisce alcuni tipi di azionisti italiani – tipicamente aziende a conduzione familiare, aziende e tipi locali che cercano di mantenere il controllo. la Fondazione Sono stati a lungo, anche se spesso politicizzati, azionisti delle banche italiane.

Si prevede che il vantaggio derivante dal potere di voto aggiuntivo sarà sfruttato in modo più significativo attraverso un’altra disposizione chiave della nuova legge, che dà agli azionisti più voce in capitolo nella nomina dei membri del consiglio di amministrazione di una società. Può essere positivo. Tuttavia questo neutralizzerà gli entusiasti degli hedge fund. E i nuovi contorti meccanismi per le nomine degli amministratori renderebbero impraticabile, secondo gli esperti, un regime già donchisciottesco di governance aziendale – in base al quale i consigli di amministrazione delle grandi aziende e i loro azionisti più accesi spesso presentano liste concorrenti di amministratori proposti. Un rapporto da Consab Autorità di Vigilanza Le riforme significherebbero “individuazione [set-up] A livello internazionale, la semplificazione delle normative settoriali mina gli obiettivi di stabilità e comprensibilità.

Il beneficiario più ovvio del disegno di legge modificato è il miliardario Francesco Gaetano Caltagirone, un ottuagenario barone dell'edilizia e dei media che è un azionista significativo di due dei più potenti gruppi di servizi finanziari italiani, Generali e Mediobanka. Lui e i suoi alleati sono stati vanificati nei loro sforzi per imporre nuovi consigli di amministrazione ad entrambe le società. Caltagirone è anche un alleato chiave del governo Meloni: possiede giornali influenti nelle zone dove il suo sostegno è forte.

Francesco Gaetano Caltagirone
Il beneficiario più ovvio del disegno di legge modificato è stato Francesco Gaetano Caltagirone, un alleato chiave del governo Meloni. ©EPA-EFE

Se la legge venisse approvata come proposto, sarebbe la seconda mossa reazionaria per i mercati italiani in altrettanti mesi. Lo scorso agosto, i titoli bancari crollarono dopo un confuso annuncio sulle tasse bancarie. Dopo le lotte intestine all'interno della coalizione di governo di Maloney, l'aliquota fiscale è stata abbassata ed è stata introdotta un'alternativa in base alla quale una banca poteva aumentare le proprie riserve invece di pagare il prelievo.

Il Tesoro italiano ha accolto con favore la decisione di non aumentare le entrate fiscali come una spinta alla solidità patrimoniale delle banche in un momento in cui gli alti tassi di interesse minacciano di innescare un picco dei prestiti in sofferenza. Anche se ciò fosse vero, il beneficio contingente è minato dal danno reputazionale causato dall’episodio. Le tasse temporanee e le inversioni politiche hanno reso molti gestori patrimoniali statunitensi diffidenti nei confronti di mercati come Italia, Spagna e Regno Unito.

Finora il mercato azionario italiano ha prosperato nonostante tutto ciò, ma il governo Meloni non può essere contento: il rapporto prezzo/utili dell'S&P 500 è circa 25 volte più alto; Il FTSE MIB è ancora a una cifra.

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By Marcello Jilani

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