In un’audizione della scorsa settimana, la Banca d’Italia, pur essendo ampiamente sostenuta, ha indicato che il piano del governo era vago ed eccessivamente ottimista. Resta la questione se l’Italia potrà continuare così: sette anni sono tanti, e i futuri governi potrebbero pensarla diversamente.
“Rimango certamente preoccupato per la storia della crescita di fondo”, ha detto Balboni, citando tra gli altri problemi ben documentati dell’Italia. Declino demografico. “Ma questa è una sfida a lungo termine.”
Nel frattempo, la Francia ha beneficiato meno dei fondi unitari del nord-est del paese. Circa il 60% dei 100 miliardi di euro del piano di ripresa post-pandemia proveniva da fondi nazionali, non dall’Unione Europea.
Lentamente ma inesorabilmente, questo indebitamento ha eroso la credibilità di cui la Francia ha goduto nei mercati finanziari fin dagli albori dell’euro. Il punto è che la Francia è ora considerata un rischio di credito peggiore rispetto al Portogallo o alla Spagna, che ricevevano piani di salvataggio dieci anni fa. Standard & Poveri Taglia All’inizio di quest’anno il suo rating sovrano a lungo termine era fissato ad AA-, e il rivale Fitch Ratings, che attualmente ha lo stesso rating, suggerisce che potrebbe scendere ulteriormente: Taglia Le sue previsioni sono state alzate a “negativo” da “stabile” la scorsa settimana.
Mikala Marcussen, capo economista della banca francese Société Générale, sottolinea che i mercati finanziari stanno ancora “concedendo alla Francia il beneficio del dubbio”. Ma questi dubbi stanno chiaramente crescendo: all’inizio della pandemia, il costo del prestito a dieci anni in Francia era solo 0,25 punti percentuali più alto di quello della Germania, e ben 1,25 punti percentuali più basso di quello dell’Italia. Da allora, il suo vantaggio finanziario rispetto alla Germania è salito a 0,80 punti, mentre il suo vantaggio finanziario rispetto all’Italia si è ridotto a soli 0,50 punti.
Anche questa dinamica potrebbe ancora essere invertita: dipende in larga misura dal fatto che i progressi raggiunti in Italia rappresentino un cambiamento permanente o solo una breve parentesi. Ma per molti riflette un vero e proprio cambiamento epocale e preannuncia tempi difficili a venire. Borghi sottolinea lo scoraggiante calo dei redditi in Italia negli ultimi 20 anni.
“Non è un problema, è una necessità per mantenere la competitività”, ha lamentato. “E questo è ciò che accadrà in Francia se non ribaltano la situazione.”
Ben Munster ha riferito da Roma e Giorgio Layali ha riferito da Parigi.